Toscana

Corruzione e trasparenza: un pool tra Regione, Anci, Upi e Uncem

La Regione Toscana e gli enti locali hanno deciso di approfittare della recente normativa – una legge dell’anno scorso e un decreto legislativo quest’anno – per fare il punto, mettendo in piedi un pool di tecnici. Sarà anche l’occasione per mettere a fuoco eventuali criticità e condividere le soluzioni messe in campo.

Ne dà notizia l’assessore della Toscana alla presidenza e al rapporto con gli enti locali Vittorio Bugli, al termine della riunione del tavolo di concertazione istituzionale che ha siglato l’intesa per la costituzione di un gruppo di lavoro composto da rappresentanti della giunta regionale, l’Anci Toscana (ovvero i Comuni), l’Uncem (e quindi i comuni montani) e l’Upi Toscana in rappresentanza della Province.

«I tentativi e le tentazioni di corruzione nella pubblica amministrazione – spiega Bugli – nascono o perché non esistono gli strumenti adatti a fronteggiarla oppure perché questi ci sono ma non vengono utilizzati con efficacia. Il gruppo di lavoro al quale abbiamo dato vita oggi serve proprio a verificare che nomine, decisioni, finanziamenti, incarichi e quant’altro di competenza della pubblica amministrazione, dalla Regioni agli enti locali periferici, passi dalle maglie delle recenti normative statali in materia di trasparenza, prevenzione e repressione della corruzione e dell’illegalità nella Pa e di inconferibilità e incompatibilità di incarichi».

I lavori si concluderanno entro l’anno – La proposta di costituzione del gruppo era stata portata al tavolo di concertazione lo scorso giugno e oggi, con la ratifica dell’intesa, il gruppo diventa operativo e dovrà concludere il proprio lavoro entro la fine dell’anno.

La riunione ha definito i confini dell’attività del gruppo, che si occuperà dell’analisi dei contenuti fondamentali della L. 190/2012 (prevenzione e repressione della corruzione e dell’illegalita’ nella pubblica amministrazione) e dei D.lgs 33/2013 (obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni) e 39/2013 in materia di inconferibilità e incandidabilità nonché, eventualmente, del D.P.R. 62/2013 in materia di codice di comportamento dei dipendenti pubblici.

«Il taglio – dice ancora Bugli – sarà prettamente operativo, tanto che il monitoraggio delle normative servirà a rilevare gli aspetti maggiormente problematici dei testi di legge analizzati, con particolare riferimento alla loro applicazione al sistema degli enti locali». Altri compiti, come si legge nell’intesa approvata, riguarderanno l’analisi del Piano nazionale anticorruzione e dei contenuti necessari dei piani anticorruzione degli enti locali, l’eventuale condivisione di indicazioni per l’applicazione della disciplina in materia di inconferibilità e incandidabilità ex D.Lgs. 39/2013.

Al termine del lavoro il gruppo interistituzionale procederà alla redazione di un rapporto del quale, conclude Bugli, «sarà data ampia evidenza ai cittadini e all’opinione pubblica».