Toscana

Costa Concordia: Arpat, al momento impatto molto limitato su ambiente

L’impatto del naufragio della Costa Concordia sul mare dell’Isola del Giglio «avrebbe potuto essere potenzialmente catastrofico per l’ambiente» ma «è stato invece fino ad oggi molto limitato». Lo afferma l’Arpat, l’agenzia per l’ambiente della Regione Toscana, che ha effettuato il monitoraggio nelle acque in cui è naufragata la nave. Nel periodo compreso fra gennaio e dicembre 2012 sono stati effettuati oltre 100 giorni di prelievo, per più di 300 campioni, per un totale di oltre 13.500 determinazioni.

La maggior parte delle misure sono state effettuate in 2 punti di campionamento intorno al relitto e in un punto presso la presa dell’impianto di dissalazione, utilizzato per la produzione di acqua potabile. Periodicamente sono stati effettuati campionamenti presso Cala Caldana a sud del punto del naufragio come valore di «bianco». Alcuni prelievi sono stati effettuati all’interno del relitto, altri in profondità all’altezza degli squarci dello scafo. In base agli esiti del monitoraggio condotto nelle vicinanze del relitto e presso il punto di presa del dissalatore «non si sono evidenziate situazioni di evidente criticità, alterazioni di acque particolarmente pulite come sono e restano quelle dell’isola del Giglio».

Si sono registrati per alcuni parametri «andamenti fluttuanti, comunque entro livelli di concentrazione non molto più elevati rispetto ai “bianchi” di riferimento». Le analisi all’interno nave, non previste nel piano di monitoraggio, «hanno evidenziato alcuni episodi di “picco” per alcuni parametri, senza peraltro determinare situazioni di inquinamento significativo rilevabile nell’intorno del relitto».

Relativamente alla situazione della Posidonia, delle Macroalghe e del Coralligeno, le indagini, effettuate in gennaio-febbraio, nelle postazioni a poca distanza dalla zona del relitto, presentavano «uno stato ecologico elevato, ovvero nessuno o molto poco disturbo antropico, situazione di riferimento iniziale verificata anche in seguito».