Toscana

Crisi economica, le diocesi si mobilitano

di Ennio Cicali

«Eravamo disperati», si difendono così i due pensionati costretti rubare generi alimentari in un supermercato di Scandicci. Marito e moglie, lui settantotto anni, settantatre lei, pensionati con la minima. Una somma ridicola, che non permette loro di arrivare alla fine del mese. Sono i «nuovi poveri» che cambiano il volto della povertà, pensionati ex artigiani e casalinghe, persone che hanno inaspettatamente perso il lavoro.

È uno degli aspetti della situazione economica che registra il rallentamento dell’inflazione, scesa al +2,7% dal +3,5% di ottobre, calo che non si registrava dal lontano 1959, dovuto principalmente alla fortissima diminuzione dei prodotti petroliferi che dovrebbe ripercuotersi positivamente sulle bollette di luce, gas e riscaldamento.

Rallenta l’inflazione, ma gli alimentari guidano la graduatoria degli aumenti, con la pasta sempre in evidenza (+30%). Sono cresciuti anche il latte (+6,3%), alcolici (+5,3%), pane (+4,2%). In ribasso gli apparecchi telefonici (-20,6%), computer (- 10,6), benzina verde (-7,5%), medicinali (- 4,2%), gasolio (- 3,6%).

Il calo dell’inflazione «è un risultato a doppio taglio», secondo il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. «Da una parte c’è un’inflazione minore – spiega – e per un Paese come il nostro va bene, dall’altra segnala una depressione dei consumi».

Sarà un Natale gelido per i consumi, dicono le associazioni dei consumatori. Meno pessimista la Confcommercio che prevede un Natale magro, all’insegna del risparmio, ma i consumi non crolleranno.

In questi giorni, intanto, arrivano le prime tredicesime. Larga parte di esse, secondo Confcommercio, servirà a sistemare bilanci già difficili (riparazioni varie sui beni durevoli, affitti, luce, acqua, gas, carburanti etc.). La tredicesima risparmiata servirà per sanare debiti pregressi e affrontare le difficoltà future. Nel dettaglio, spiega Confcommercio, sarà un Natale fortemente interlocutorio. Le famiglie spenderanno a prezzi correnti oltre tre miliardi per i generi alimentari, ma la quantità calerà. I consumatori saranno attenti soprattutto alle promozioni e al miglior rapporto qualità prezzo. Nell’abbigliamento si conferma una tendenza negativa. Per gli elettrodomestici i consumi aumenteranno per quanto riguarda i beni sotto i 50 euro (macchine del caffè, rasoi, cottura) mentre la situazione peggiorerà per i grandi elettrodomestici: in generale la spesa in termini monetari sarà di 273 milioni di euro.

Sono scattati in questi giorni  con la «social card» i primi aiuti alle famiglie in difficoltà: 40 euro al mese per 1,3 milioni di cittadini italiani poveri. La crisi infatti, secondo un sondaggio della Confesercenti-Swg, si preannuncia lunga per oltre 8 milioni di persone, mentre 2,2 milioni di famiglie non riescono ad arrivare alla seconda settimana del mese.

I cittadini in difficoltà avranno una carta per l’acquisto di generi alimentari, per aiutare le famiglie e i pensionati (con un indicatore Isee sotto i 6mila euro) negli acquisti di prima necessità. Riceveranno la carta i cittadini con oltre 65 anni e reddito inferiore ai 6 mila euro e le famiglie con lo stesso limite di reddito in cui ci sia un bambino sotto i tre anni. È come un normale bancomat di color azzurro, con la fondamentale differenza che le spese invece di essere addebitate al titolare della carta saranno saldate dallo Stato. La prima ricarica sarà di 120 euro (40 euro al mese) per i mesi di ottobre, novembre e dicembre. Da gennaio la ricarica sarà invece di 80 euro e avrà cadenza bimestrale. Le famiglie più numerose e sotto la soglia dei 20 mila euro di reddito avranno diritto al bonus famiglia. L’importo del bonus famiglia si dovrebbe aggirare dai 150 agli 800 euro. Previsti anche sconti da 60 a 130 euro l’anno sulle bollette di elettricità e gas per redditi fino a 25mila euro annui.

Dodici ceste di Misericordia

di Lara Vannini

Come nel miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, così il nuovo punto alimentare «Le Dodici Ceste» che ricorda per il proprio nome la famosa parabola del Vangelo, si propone di mettere a disposizione dei più bisognosi generi alimentari gratuiti di prima necessità, con lo scopo di dare una risposta concreta ad un disagio sociale sempre più allarmante. L’iniziativa promossa dall’Arciconfraternita della Misericordia di Firenze in collaborazione con l’Associazione Banco Alimentare della Toscana, è stata inaugurata il 27 novembre scorso nella sede di via Francavilla 6/a a Firenze. Il nuovo punto alimentare (nella foto di Lorenzo Curradi) è stato benedetto dall’Arcivescovo di Firenze monsignor Giuseppe Betori che ha approvato entusiasticamente l’iniziativa ritenendola un punto di riferimento importante per tutti coloro che si trovano a vivere un momento di grande difficoltà. «Le Dodici Ceste», come ha sottolineato mons. Betori, si mostra un progetto ad elevate potenzialità e un grande atto di solidarietà che riconferma ancora una volta lo storico impegno della Misericordia di Firenze nell’aiutare il prossimo con forme assistenziali sempre più mirate.

Il Provveditore della Misericordia fiorentina Andrea Ceccherini, tiene a precisare che l’iniziativa di sostegno alle famiglie disagiate nasce in un momento di grave crisi economica per il nostro paese. Anche la città di Firenze ha proseguito Ceccherini, soffre al momento attuale di un aumento considerevole dei così detti «nuovi poveri», famiglie apparentemente insospettabili che versano in condizioni di forte disagio economico e spesso con il proprio salario non riescono a soddisfare il bisogno primario dell’esistenza umana, quello di sfamarsi. Una povertà quindi che coinvolge persone «normali», che lavorano e percepiscono un reddito mensile ma allo stesso tempo non sono in grado di sostenere un adeguato tenore di vita. Ha sottolineato Ceccherini che la volontà di aprire un negozio alimentare gratuito non vuole essere qualcosa di sostitutivo a programmi istituzionali pensati per aiutare i più bisognosi, ma vuole essere una concreta risposta a richieste sempre più pressanti provenienti dalla popolazione cittadina.

Il punto alimentare «Le Dodici Ceste» si presenta come un negozio vero e proprio in cui le famiglie in base alla composizione del nucleo familiare e a criteri valutati da una commissione apposita, potranno con una tessera a punti, fare la spesa per i propri cari scegliendo i prodotti da portare a casa in base alle proprie esigenze. La scelta consapevole degli alimenti, permette infatti di evitare gli sprechi conseguenti alla consegna di pacchi preconfezionati e dà la possibilità a chi usufruisce del servizio di poter affrontare dignitosamente una situazione di grave emergenza come quella alimentare. Oltre ai generi alimentari di prima necessità, potranno essere ritirati gratuitamente presso i locali de «Le Dodici Ceste» oggetti come: calzature, vestiti, articoli per la scuola e tutto ciò che la Misericordia di Firenze riuscirà a reperire attraverso il Banco Alimentare della Toscana. Tutti i cittadini inoltre sono invitati a sostenere l’iniziativa donando uno o più pacchi alimentari che verranno distribuiti dai volontari della Misericordia in base alle necessità. Oltre a «Le Dodici Ceste» di via Francavilla, la Misericordia invita tutti coloro che ne hanno la possibilità ad aderire alla «campagna adozioni» ideata con lo scopo di fornire sostegno alimentare ad una persona o ad un intero nucleo familiare.

Attualmente «Le Dodici Ceste» sono aperte con il seguente orario: lunedì dalle 15 alle 18 e mercoledì e venerdì dalle ore 10 alle 12. Per informazioni: 3357888923.

Prato,In 6 mesi distribuiti beni per 130 mila euroSono ben 460, tra famiglie e persone singole, i clienti dell’Emporio Caritas di Prato. In sei mesi – il punto vendita di via Cairoli è stato inaugurato a metà giugno – sono stati distribuiti prodotti alimentari e di prima necessità per ben 130 mila euro. Alle 460 tessere «generaliste» che, con i punti a scalare, permettono l’accesso all’Emporio, vanno aggiunte le 200 «neonato», per l’acquisto di prodotti per la prima infanzia. «Un bilancio sicuramente positivo. Con questo progetto-pilota abbiamo voluto qualificare ulteriormente la carità e offrire un aiuto concreto contro la crisi che attanaglia molte famiglie», commenta Rodolfo Giusti, segretario della Caritas diocesana e «regista» dell’iniziativa. L’Emporio Caritas di Prato è stato il primo «supermercato della solidarietà» aperto in Toscana, il secondo in Italia dopo quello analogo di Roma. Mettendo in rete enti locali e servizi di carità, il negozio pratese offre un’ampia gamma di scelta alle persone che prima ricevevano il semplice pacco alimentare da parrocchie o associazioni di volontariato. A rifornire l’Emporio sono Unicoop Firenze e numerose aziende che, grazie alla cosiddetta «legge del Buon Samaritano» possono conferire merce prossima alla scadenza o non vendibile per difetti di confezionamento. Così, coniugando carità e dignità, l’iniziativa pratese si qualifica anche per l’impegno a combattere lo spreco. I prodotti che mancano vengono integrati acquistandoli sul mercato. Per questo c’è bisogno di aziende solidali ma anche di offerte in denaro. Per informazioni: tel. 0574-32858; caritas@diocesiprato.it. G.R. Pitigliano, documento del Consiglio pastoraleLa crisi finanziaria ed economica che si sta propagando ovunque nel mondo non ci può lasciare indifferenti». Lo scrive il vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello, mons. Mario Meini, presentando un documento sull’attuale contingenza economica, preparato dal Consiglio pastorale diocesano e in diffusione in questi giorni in tutta la diocesi. Nel testo (scaricabile dal sito www.diocesipitigliano.it) «viene fatto riferimento a varie strutture, particolarmente alla Caritas, quali strumenti di servizio per coinvolgere tutti coloro che hanno a cuore le necessità dei più piccoli». «L’augurio – spiega ancora il vescovo – è quello di imparare a far tesoro anche delle ristrettezze contingenti per aprire la nostra mente e il nostro cuore alla ricchezza spirituale della sobrietà e della condivisione». Dopo un’analisi della situazione italiana e territoriale, il documento prevede un ridimensionamento e la modifica di «molti paradigmi della nostra vita contemporanea». Quindi elabora un contributo di riflessione sotto i titoli: «L’economia è per l’uomo»; «La necessità di un nuovo spazio politico – a servizio del bene comune»; «Un altro mondo è possibile»; «I nostri limiti e il nostro desiderio di bene». La conclusione contiene sollecitazioni pratiche ai cristiani, alle parrocchie, alle istituzioni, ai responsabili della comunità civile e a tutti gli uomini di buona volontà affinché si aprano alla solidarietà verso il prossimo bisognoso e, innanzitutto, riscoprano stili di vita improntati alla sobrietà ed alla povertà evangelica. Siena, Buoncristiani: «La crisi si fa sentire»Siamo entrati in un periodo di grave crisi finanziaria che sta sconvolgendo molte delle certezze alle quali eravamo stati abituati». Lo ha detto l’arcivescovo di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino, mons. Antonio Buoncristiani, lo scorso 1° dicembre, nell’omelia in cattedrale per la festa di Sant’Ansano. «Già si fanno sentire anche tra noi a Siena – ha proseguito l’arcivescovo – i primi sintomi di difficoltà: un maggiore ricorso al micro-credito e al fondo antiusura della Misericordia e ai centri Caritas dove si presenta un accresciuto numero di famiglie. Per decenni siamo vissuti, del resto, in un sistema economico basato sull’idea che la gente doveva essere invogliata a spendere anche il denaro che non riusciva a guadagnare. (…) Per molti la speculazione è diventata uno stile di vita, sino al punto di cadere nell’idolatria della finanza che si è trasformata nella principale fonte di profitto, in un gigantesco gioco d’azzardo, costruendo un mondo alla rovescia dove chi produce riceve molto meno di chi trasporta e commercia e dove il reddito maggiore va a chi gioca sui prezzi e specula sul lavoro degli altri». Sottolineando come «una crisi di valori» abbia investito tutti, mons. Buoncristiani ha ribadito la disponibilità della diocesi «a promuovere ogni forma possibile di solidarietà, ponendosi in collaborazione con tutte le altre Istituzioni locali». Questa crisi economica – ha proseguito – «esige sacrifici condivisi e una destinazione lungimirante delle risorse disponibili agli investimenti anche educativi, più necessari; chiede l’onestà e la serietà del lavoro di ciascuno, la disponibilità alla rinuncia dei privilegi e il sacrificio perché possa essere assicurato il necessario ai più bisognosi». Prato, testo del vescovo letto in tutte le chieseCome anticipato sullo scorso numero del settimanale, domenica 30 novembre, prima di Avvento, in tutte le chiese della diocesi di Prato è stata letta una preghiera del vescovo monsignor Gastone Simoni, per domandare «al Cristo, che ha conosciuto bene il lavoro nella sua vita, una speciale grazia: che il lavoro tenga il più possibile, che siano scongiurati altri licenziamenti e chiusure di aziende». Il 19 novembre si era tenuta in palazzo vescovile una riunione con i rappresentanti delle categorie economiche e delle istituzioni locali per affrontare il tema della crisi. Sintomo della crisi i licenziamenti, ad una media di quattro al giorno, quest’anno. Arezzo, appello a politici e imprenditoriUn appello a politici, imprenditori, operatori economici che si professano cristiani «affinché mettano in atto tutto ciò che è in loro potere per far sì che questo passaggio doloroso attraverso la crisi si trasformi in un cammino proficuo verso uno sviluppo sostenibile» è stato rivolto dal padre Antonio Airò, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Nel testo si analizzano le cause della crisi e si chiede di garantire i posti di lavoro e assicurare salari adeguati ai nuclei familiari.

E le suore vendono Prada

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