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DARFUR, ONG: CONSIGLIO SICUREZZA ONU COLLABORI CON CORTE PENALE INTERNAZIONALE

Un appello al Consiglio di sicurezza dell’Onu perché sostenga gli sforzi della Corte penale internazionale (Cpi) perché “sia resa giustizia alle vittime dei crimini nel Darfur: è stato lanciato oggi dalla Campagna internazionale “Giustizia per il Darfur”, una rete di organizzazioni non governative (ong) africane, arabe e occidentali che comprende, tra l’altro, Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura, Fiacat (Federazione internazionale dell’azione per i cristiani per l’abolizione della tortura), Amnesty international, Human rights watch, Save Darfur coalition. Il procuratore della Corte penale internazionale Luis Moreno Ocampo dovrà infatti presentare domani, al Consiglio di sicurezza, un rapporto sulla sua inchiesta in Darfur. Ocampo ha emesso, il 4 marzo scorso, un mandato d’arresto nei confronti del presidente sudanese Omar Al Bashir e altre due persone per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità in Darfur, regione occidentale del Sudan dove sono state uccise oltre 300.000 persone negli ultimi 6 anni “Il Consiglio di sicurezza – afferma oggi Dismas Nkunda, presidente di Darfur consortium, una delle organizzazioni che aderiscono alla campagna – dovrà dimostrare la sua determinazione a rendere giustizia alle vittime”.Il governo del Sudan si rifiuta di comparire davanti alla Cpi, che nel frattempo ha esteso le accuse anche a tre capi ribelli: uno di loro, Bahar Idriss Abu Garba, si è presentato volontariamente il 18 maggio scorso. “La giustizia è indispensabile per la sicurezza e la pace duratura in Sudan – sottolinea Osman Hummaida, attivista per i diritti umani in Sudan -. La storia del Sudan dimostra che l’impunità per i crimini più gravi incoraggia gli autori a commetterne di nuovi”. Nonostante alcuni capi di Stato africani abbiano contestato il mandato d’arresto della Cpi, numerose ong della società civile africana hanno protestato contro le prese di posizione dei loro leader e chiesto di collaborare con la Corte penale per consegnare alla giustizia i presunti responsabili di questi crimini. La Campagna “Giustizia per il Darfur” esprime inoltre una crescente “preoccupazione” per l’inasprimento della repressione contro i difensori dei diritti umani: nel novembre 2008 alcuni agenti dei servizi della sicurezza sudanese hanno arrestato e maltrattato tre attivisti che si erano espressi a favore della giustizia internazionale. Dopo la notizia del mandato d’arresto sono state fatte chiudere tre organizzazioni sudanesi che si battono a favore dei diritti umani e numerose ong straniere impegnate nell’assistenza umanitaria delle vittime in Darfur sono state cacciate dal Paese.Sir