Toscana

Diritti infanzia: Sestini, rendere più accessibile la figura del Garante

Diritti dell’infanzia: la presentazione del rapporto sulla figura dei garanti offre l’occasione per riflettere sulla natura e i compiti di questo istituto, sulle criticità che permangono e sulle possibilità di sviluppo. Opportunità tanto più preziosa per quelle regioni, come la Toscana, che hanno da un anno o poco più istituito tale organismo e che quindi possono fare un primo bilancio.

Con queste parole Grazia Sestini, Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, ha introdotto il convegno internazionale «In Difesa dei diritti dell’infanzia: il ruolo dei Garanti in Italia, tra ambiti di intervento e prospettive di sviluppo», che ha riunito nel Salone Brunelleschi dell’Istituto degli Innocenti di Firenze ben dodici Garanti dell’infanzia – il nazionale, i nove regionali e due delle Province autonome – insieme a giuristi e esperti del settore.

La giornata di studio, organizzata da Regione Toscana, Centro di Ricerca dell’Unicef, Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza e Istituto degli Innocenti, ha acceso i riflettori sul rapporto in difesa dei diritti dei più piccoli. Uno studio globale sulle istituzioni indipendenti dei diritti umani per l’infanzia, realizzato dal Centro di Ricerca Unicef di Firenze e presentato nella sua versione italiana. Il messaggio del rapporto è chiaro: le istituzioni indipendenti dei diritti umani per l’infanzia giocano un ruolo chiave nella relazione fra due mondi completamente diversi, da un lato quello delle politiche e dei governi e dall’altro quello dell’infanzia, spesso ai margini e non ascoltata.

Per Grazia Sestini l’approccio del garante è al bambino nella sua totalità: membro di una famiglia e di una comunità, mai solo ma sorretto e accompagnato nella vita secondo il rispetto di quattro principi fondamentali: alla non discriminazione, a godere sempre dell’interesse superiore, alla vita e ad essere ascoltato nel pieno rispetto dell’età e della maturità. Da qui l’importanza della figura del Garante, per sua natura organismo monocratico e indipendente per la tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti, e quindi non subordinato ad alcun potere politico o esecutivo. E’ bene che sia eletto o nominato dai parlamenti o dai consigli, mai dai governi nazionali o locali; in questo quadro è di vitale importanza l’autonomia funzionale e quella finanziaria, segno per altro di riconoscimento. Con le pubbliche amministrazioni e con tutti gli altri soggetti che si occupano di bambini e adolescenti è chiamato a stabilire rapporti di leale collaborazione nel rispetto dei ruoli.

Quale la sfida? Secondo Sestini la sfida per tutti gli uffici dei Garanti, soprattutto per quelli di più recente costituzione, è la loro accessibilità alle persone di minore età. Sono ancora molto pochi i casi singoli segnalati direttamente dai bambini e dai ragazzi, segno che l’istituzione o non è perfettamente conosciuta o non è facilmente accessibile. Accettare le segnalazioni degli utenti più piccoli implica una particolare attenzione nel trattamento della domanda e una altrettanto particolare celerità e appropriatezza nella risposta.

I lavori della mattinata – coordinati dal Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza della Toscana – sono stati interamente dedicati alla presentazione dello studio condotto da Unicef, con gli  interventi del direttore del Centro, Gordon Alexander, dell’autrice della ricerca Vanessa Sedletzki, e dell’esperta internazionale Maria Herczog, membro del Comitato delle Nazioni Unite per i diritti dell’infanzia. Una panoramica sulla galassia infanzia cui hanno partecipato, tra gli altri, Vincenzo Spadafora, Garante nazionale per l’infanzia e Laura Laera, presidente Tribunale per i Minorenni di Firenze.