Toscana

ECOMAFIE, IN TOSCANA CRESCONO ILLECITI PER EDILIZIA E RIFIUTI

In Toscana crescono gli illeciti ambientali, soprattutto nei cicli dei rifiuti e nell’edilizia, in particolare lungo la costa. Sono 1690 i casi accertati (il 5,6% del totale nazionale), contro i 1.421 del 2006, con un aumento del 19%. Le denunce sono state 1.417, i sequestri 394. Le infrazioni accertate nel ciclo dei rifiuti in Toscana sono state 283 (il 5,9% del nazionale, il 16,7% delle illegalità sul territorio regionale): 312 sono state le denunce, 76 i sequestri. Dopo Campania e Veneto, la Toscana è la prima regione del Centro-Nord. Sono state invece 532 le infrazioni nel ciclo del cemento (+58 rispetto al 2006, il 6,7% su totale nazionale): la Toscana è la prima del Centro-Nord in fatto di illegalità nell’intero ciclo del calcestruzzo. Sono stati 124 (31,4% del totale toscano) i sequestri tra abusivismo totale e abusivismo a permessi parziali. A questi dati si aggiungono i centomila cuccioli di cani e di cavalli «sfruttati» per corse clandestine e combattimenti, i 588 casi di incendi di natura colposa e dolosa, i 100 furti di opere d’arte. Il punto della situazione è stato fatto in occasione della presentazione del Rapporto annuale sulle ecomafie presso la sede della Giunta Regionale. Presenti l’assessore regionale all’ambiente Anna Rita Bramerini, il presidente di Legambiente Toscana Piero Baronti, il tenente Mario Ferri del Noe dei Carabienieri di Firenze, il comandante regionale del Corpo forestale Fabrizio Bardanzellu e il maggiore Luca de Polis del Roan della Guardia di Finanza. Insieme a loro i consiglieri regionali Paolo Marcheschi ed Erasmo D’Angelis. Secondo il rapporto la Toscana risulta essere al settimo posto, preceduta solo da Campania, Calabria, Puglia, Lazio, Sicilia e Sardegna. Si guarda con particolare sconcerto al numero degli illeciti nella gestione del ciclo dei rifiuti, in materia di rifiuti speciali e pericolosi. «È il settore dei rifiuti speciali – spiega Bramerini – quello che più di altri si presta ad attività illecite. Per contrastare questo fenomeno la Regione sta aggiornando il Piano dei rifiuti urbani e quello dei rifiuti speciali e affida ad Arpat (agenzia per la tutela e prevenzione ambientale) il controllo su tutti gli impianti che si occupano di rifiuti urbani e speciali. La regione ha una dotazione di impianti per lo smaltimento dei rifiuti speciali insufficiente ed esporta oltre il 30% della sua produzione. Bisogna intervenire, coinvolgendo l’imprenditoria privata, per affermare i principi della prossimità e della responsabilità, perché si deve capire che i rifiuti devono essere trattati e smaltiti il più vicino possibile alle zone di produzione». «Per scoraggiare gli illeciti ambientali – ha spiegato il presidente di Legambiente Toscana Piero Baronti – occorre combatterli su due fronti. Si deve innanzitutto sperare che finalmente il disegno di legge sull’introduzione dei delitti contro l’ambiente nel Codice penale sia licenziato dalle Camere. Ma al di là della sanzione penale occorre anche che si rafforzi la sanzione sociale verso tutti coloro che, uscendo dalla legalità, provocano danni ambientali». L’impegno in attività di controllo e di repressione permette il recupero di «denaro sporco» che serve per riempire le casse regionali ed essere reinvestito in attività lecite: questo è quanto si auspicano i rispettivi rappresentanti di Carabinieri, Guardia di Finanza e Guardia forestale. Ma quello che più è importante è la necessità di un coordinamento tra le Forze dell’Ordine e gli Enti locali: la collaborazione tra politiche locali e sicurezza ordinaria sarà il modo migliore per contrastare il dilagare della criminalità a qualsiasi livello. (Roland Rango)