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EGITTO: AMNESTY INTERNATIONAL, LE VITTIME DELLA REPRESSIONE MERITANO GIUSTIZIA

Le autorità egiziane devono garantire giustizia a tutte le vittime della violenta repressione che si è abbattuta sulle proteste di massa dell’inizio del 2011, provocando almeno 840 morti. È quanto ha dichiarato Amnesty International, diffondendo oggi un nuovo rapporto, intitolato “L’Egitto insorge. Uccisioni, arresti e torture nel corso della ‘Rivoluzione del 25 gennaio”. Il rapporto viene reso noto due giorni prima del processo nei confronti dell’ex ministro dell’Interno Habib El Adly, che deve rispondere di varie imputazioni, tra cui l’uccisione di manifestanti. Secondo Amnesty, se da un lato le autorità egiziane hanno iniziato a chiamare a rispondere del loro operato alcuni dei funzionari accusati di gravi violazioni dei diritti umani, dall’altro molte vittime della brutalità delle forze di sicurezza rischiano di essere escluse dalla giustizia. Pertanto “il processo nei confronti di alti funzionari sospettati di essere i responsabili dell’oltraggioso uso della forza eccessiva contro manifestanti pacifici è un primo passo essenziale”. Ma è altrettanto necessario che le autorità si occupino delle vittime e dei loro familiari “in via prioritaria”, “accertando la verità su quanto accaduto, fornendo un’adeguata riparazione e garantire che i responsabili saranno portati di fronte alla giustizia”. Dal Rapporto emerge, infatti, che “molti manifestanti sono morti dopo essere stati raggiunti da colpi di arma da fuoco nella parte superiore del corpo, alla testa e al petto: segno, questo, della volontà di colpire deliberatamente persone che non rappresentavano alcuna minaccia o, quanto meno, di uno sconsiderato uso delle armi”. Nelle proteste sono rimaste ferite oltre 6000 persone, alcune delle quali in forma permanente. A tale riguardo Amnesty International auspica un risarcimento economico da valutare caso per caso tenendo anche conto della gravità della violazione e del danno subito. Amnesty denuncia, inoltre, la mancata pubblicazione, da parte della Commissione governativa per l’accertamento dei fatti sulle proteste, di un elenco completo dei manifestanti uccisi, così come la mancanza di indagini sui singoli casi di detenzioni arbitrarie, torture e altri maltrattamenti, compresi quelli attribuiti alle forze armate. Torture e maltrattamenti documentati, invece, dall’associazione. “Le autorità egiziane – conclude Amnesty – hanno molto da fare per ripristinare la fiducia nelle istituzioni, sin qui viste come strumento di repressione e ostacolo alla giustizia. Devono iniziare abolendo le leggi che hanno consentito di commettere violazioni dei diritti umani e prendendo misure per evitare che quelle violazioni si ripetano”.Sir