Toscana

Ebola: così la Toscana si prepara per far fronte a eventuali casi sospetti

Il riferimento è il protocollo messo a punto dal Ministero, con le linee guida per la gestione dei pazienti, la tutela degli operatori sanitari e dei cittadini.

La direzione generale dell’assessorato ha inviato a tutti i direttori generali e sanitari, direttori dei dipartimenti di prevenzione e delle unità operative di malattie infettive una lettera in cui sono indicate tutte le azioni prioritarie che dovranno essere messe in atto e garantite in tutte le strutture del sistema sanitario regionale. Tra le indicazioni: trasportare l’eventuale caso sospetto in un ospedale dove sia presente un reparto di malattie infettive; verificare e aggiornare i protocolli; verificare la scorta dei dispositivi di protezione individuale (tute, visiera, mascherina, sovrascarpe, ecc.); formare il personale con esercitazioni e simulazioni.

Alcune Asl hanno già messo in atto la simulazione di casi sospetti, coinvolgendo il personale sanitario e le associazioni di volontariato. È stato aggiornato il censimento dei posti letto di malattie infettive. Sono stati individuati i laboratori di riferimento per l’esecuzione del test diagnostico di virus Ebola.

È stato costituito un Nucleo operativo per Ebola, composto da tecnici dell’assessorato, infettivologi, direttori sanitari, medici di famiglia, rianimatori, esperti di sanità pubblica. La direzione generale dell’assessorato assicura il continuo contatto con il competente ufficio del Ministero della salute e con l’Ufficio territoriale di sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf) e garantisce il costante aggiornamento delle informazioni disponibili.

Questa la scheda della malattia da virus Ebola contenuta nel protocollo del Ministero della Salute:

MANIFESTAZIONI CLINICHE – Clinicamente, si tratta di una malattia acuta grave, caratterizzata da comparsa improvvisa di febbre elevata, astenia intensa, dolori articolari e muscolari, inappetenza e mal di stomaco, mal di testa, mal di gola. Questi primi sintomi possono essere seguiti da vomito, diarrea, esantema cutaneo diffuso, iniezione congiuntivale, singhiozzo, tosse, dolore al petto, difficoltà respiratorie o di deglutizione. I fenomeni emorragici, sia cutanei che viscerali, possono comparire in genere al sesto-settimo giorno, soprattutto a carico del tratto gastrointestinale (ematemesi e melena) e dei polmoni. Si accompagnano a petecchie, epistassi, ematuria, emorragie sottocongiuntivali e gengivali, meno-metrorragie. L’infezione da malattia da virus Ebola può essere confermata solo attraverso test virologici. La letalità è compresa tra il 50 e il 90%, nell’epidemia in corso è di poco superiore al 50%.

PERIODO DI INCUBAZIONE – Il periodo di incubazione è mediamente di 8-10 giorni con un range di 2-21 giorni. Al momento non è possibile identificate i pazienti infetti durante il periodo di incubazione (ovvero prima dell’inizio dei sintomi), neanche con i test molecolari.

TRASMISSIONE INTER-UMANA – Durante il periodo di incubazione le persone non sono considerate a rischio di trasmettere l’infezione. Il paziente diventa contagioso tramite secrezioni quando comincia a manifestare sintomi, e si mantiene contagioso fino a quando il virus è rilevabile nel sangue. Per questo motivo, per evitare di infettare chiunque altro nella comunità, i pazienti infetti devono essere attentamente monitorati e sottoposti a test virologici prima della dimissione, per garantire che il virus non sia più rilevabile in circolo. L’eliminazione del virus tramite allattamento e per via sessuale può proseguire anche dopo la guarigione clinica. In particolare, la permanenza del virus nello sperma può verificarsi fino a 7 settimane dopo la guarigione e, in casi eccezionali, anche oltre (fino a 12 settimane).

Modalità di trasmissione. Le informazioni scientifiche disponibili, desunte dalle pregresse epidemie di Ebola, evidenziano come il virus Ebola si trasmetta attraverso:

• il contatto diretto (per via cutanea o mucosale) con sangue o altri liquidi/materiali biologici, quali saliva, feci, vomito, sperma, incluse le secrezioni salivari (droplets);

• il contatto indiretto (per via cutanea o mucosale), con oggetti contaminati con sangue o altri liquidi biologici (ad esempio aghi).

Non vi sono evidenze di trasmissione del virus per via aerea. La probabilità di trasmissione del virus cambia nel corso della malattia con l’evolversi delle manifestazioni cliniche. All’inizio, quando è presente solo febbre in assenza di vomito o diarrea o di manifestazioni emorragiche, il rischio di trasmissione è basso; nelle fasi tardive, quando compaiono manifestazioni emorragiche, il rischio è significativamente più elevato e rimane molto alto anche dopo la morte. Per questo motivo, le precauzioni di isolamento raccomandate sono incrementate in relazione alla fase del percorso assistenziale, in ragione della valutazione del rischio (cioè probabilità che il paziente sia stato effettivamente esposto ad un malato di Ebola), stadio e decorso clinico della malattia.