Toscana

Ecomafia, la Toscana al sesto posto. Fuscagni (Pdl): «Dato preoccupante»

«Il rapporto annuale di Legambiente sull’ecomafia lancia segnali preoccupanti per tutta Italia e direi anche per la nostra Regione che si piazza, con illeciti in costante crescita, addirittura al sesto posto preceduta solo da Regioni a tradizionale presenza mafiosa. E’ evidente che servono azioni significative per mettere uno stop all’illegalità ambientale». Così Stefania Fuscagni, consigliere regionale del Popolo della Libertà e componente della Commissione Ambiente che ha chiesto, nel suo ruolo di Portavoce dell’Opposizione, l’attivazione di una indagine conoscitiva sulla presenza in Toscana della criminalità organizzata al fine di individuare azioni legislative regionali di forte prevenzione e contrasto.

«Ormai è chiaro che le mafie non sono solo un fenomeno del meridione e che anzi, seppure senza allarmismi, anche la Toscana deve alzare la guardia perché la globalizzazione del crimine legato alla crisi economica rappresenta un mix micidiale per l’estensione della malavita organizzata. Ciò accade – ricorda la Portavoce dell’Opposizione – in molti settori di stretta competenza legislativa regionale come le politiche ambientali. Secondo Legambiente  i numeri degli illeciti ambientali accertati nel 2012 delineano una situazione di particolare gravità. Il 45,7% dei reati è concentrato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Sicilia, Calabria e Puglia) seguite dal Lazio, con un numero di reati in crescita rispetto al 2011 (+13,2%) e dalla Toscana, che sale al sesto posto, con 2.524 illeciti (+15,45%). Il dato è piuttosto preoccupante se unito alla Relazione finale della Commissione d’inchiesta sulla criminalità in Italia del febbraio 2013 che dedica un capitolo a sé alle Regioni del centro Italia e quindi alla Toscana. Ne emerge un quadro critico che va affrontato con grande responsabilità e fermezza perché se da una parte ci dice e conferma che la Toscana ha tutti gli anticorpi per resistere e rimanere sana, dall’altra emerge con chiarezza che le zone grigie dove la criminalità organizzata può insinuarsi sono sempre più ampie e preoccupanti grazie anche ad un tasso di corruzione che negli anni è aumentato e che nel 2012 ha visto la Toscana salire sul podio terza dopo Campania e Lombardia per numero di persone arrestate e denunciate. Insomma – conclude Fuscagni – la Toscana felix non c’è più neppure per ciò che riguarda il tasso di legalità, tanto vale averne contezza e mettere subito in campo azioni legislative robuste perché è anche così che si combatte la crisi: sostenendo le tante imprese oneste e dichiarando guerra all’illegalità che non ha solo un costo morale ma rappresenta anche un freno alla buona economia».