Toscana

FEBBRE SUINA, NEGATIVI I CASI SOSPETTI IN TOSCANA; DALLA REGIONE NOTA DI INDIRIZZO A TUTTE LE ASL

Febbre suina, nessun allarme in Toscana, nessun caso sospetto o accertato, ma dall’assessorato si stanno prendendo tutte le misure necessarie per far fronte a un’eventuale pandemia. L’assessore al diritto alla salute ha inviato stamani una nota di indirizzo a tutte le aziende sanitarie toscane, con le indicazioni di tutti i comportamenti da tenere nel caso si dovessero presentare persone provenienti dalle aree in cui siano stati confermati focolai di influenza suina, con febbre e sintomi simil-influenzali, e con la richiesta di diffonderla a direzioni sanitarie, pronto soccorso, reparti di malattie infettive, dipartimenti di prevenzione, medici e pediatri di famiglia.Dei tre casi sospetti che si sono presentati finora in Toscana, due (Arezzo e Grosseto) sono risultati negativi. Per il terzo (Massa) la risposta si avrà domani, ma i sanitari assicurano che il caso non desta preoccupazione.Per domani pomeriggio alle 15 è stata convocata l’Unità di crisi allargata, di cui fanno parte la Commissione regionale per le strategie vaccinali e la prevenzione delle patologie infettive, gli infettivologi e il Comitato pandemico regionale, per valutare l’attuale situazione epidemiologica e definire gli scenari che possono riguardare la Toscana.Mentre alle 18.30 rappresentanti del servizio sanitario toscano parteciperanno alla riunione convocata dal ministero della salute.Queste le indicazioni contenute nella nota. Il medico che si trova davanti un caso sospetto deve contattare immediatamente i reparti di malattie infettive per concordare l’eventuale percorso diagnostico-terapeutico. I reparti di malattie infettive, presenti in tutti gli ospedali provinciali della regione, devono assicurare la disponibilità di almeno una stanza per l’isolamento. Il medico di famiglia, il pediatra di libera scelta e gli altri professionisti che sospettino un caso dovranno segnalarlo tempestivamente alle unità di igiene pubblica.Quanto ai farmaci, attualmente negli ospedali toscani sono disponibili oltre 9.000 dosi di antivirali a largo spettro, acquistati in occasione dell’allarme aviaria. La Regione ha chiesto al ministero di integrarli con altre 20.000 dosi. In questo modo, in Toscana saremmo in grado di coprire oltre 2.000 persone (un ciclo completo per ogni persona è costituito da 10 dosi).Sul versante della veterinaria, gli 8.000 allevamenti di suini presenti sul territorio toscano da ieri mattina sono sottoposti a una sorveglianza rafforzata. La suinicoltura italiana, informano dagli uffici dell’assessorato, non importa da altri Paesi né animali vivi né prodotti trasformati. Siamo noi ad esportare prodotti di qualità nel continente americano. Gli allevamenti toscani, proprio perché producono in qualità, appl icano norme di biosicurezza di particolare attenzione. Le carni suine, fresche o trasformate, non costituiscono alcun rischio per i consumatori. Dall’assessorato giunge nuovamente l’invito a limitare allo stretto necessario i viaggi nelle aree geografiche interessate dalla malattia. (cs- Lucia Zambelli)