Toscana

FILIPPINE, PADRE BOSSI: PRIMA MESSA A MANILA DOPO LIBERAZIONE, IN ATTESA DEL RITORNO A MINDANAO

Padre Giancarlo Bossi, il missionario sequestrato il 10 giugno nella regione di Mindanao, nel sud delle Filippine, e rilasciato nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, ha celebrato ieri in un sobborgo della capitale Manila la sua prima Messa dopo 39 giorni di prigionia: lo riporta oggi la stampa filippina precisando che almeno 200 fedeli si sono radunati in una chiesa del quartiere Paranaque per salutare il sacerdote. “Mi sento ancora un prigioniero” ha detto scherzando padre Bossi, riferendosi alle numerose interviste richieste dai media nazionali e internazionali che hanno seguito la sua vicenda. Ieri, raggiunto dall’agenzia ‘Ansa’ a Manila, il missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) ha annunciato che nei prossimi giorni tornerà nella sua parrocchia di Payao e poi sarà di nuovo a Manila per un incontro con i confratelli e il segretario generale della sua congregazione; ad agosto sarà in Italia. In merito alle ragioni del suo rapimento, padre Bossi ha detto che i sequestratori “volevano dei soldi per il riscatto. Non c’erano motivazioni religiose, sociali o comunque politiche”. Il missionario ha anche confermato che si recherà a Loreto in occasione del raduno dei giovani col Papa, previsto il 1° e il 2 settembre: “Non ho ancora preparato niente e lascerò parlare il cuore”. Ieri a margine dell’Angelus di Benedetto XVI a Lorenzago di Cadore, monsignor Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), ha ringraziato “tutti coloro che si sono adoperati per la liberazione” di padre Bossi. La regione Lombardia ha peraltro deciso di assegnare il ‘Premio speciale per la pace 2007’ al missionario, “un uomo di pace che ha dedicato la propria vita a fare del bene e ad aiutare i più deboli”.Misna