Toscana

FIRENZE, CONVEGNO SU DEMOCRAZIA E DIRITTI NEL MEDITERRANEO; ROSSI: EUROPA HA PERSO GRANDE OCCASIONE

(ASCA) – Sull’accoglienza degli immigrati, “l’Europa ha perso una grande occasione”. Lo ha detto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, intervenendo al convegno «Democrazia e cittadinanza mediterranea» organizzato dalla Provincia di Firenze. Quella che è “la patria della democrazia e dei diritti”, ha precisato Rossi, è rimasta “fredda e lontana” e mostrato “due volti”: quello “dell’intervento militare, che per sua natura è problematico” e quello di una Europa che “fa la guerra per i diritti umani e si contraddice nell’applicazione dei diritti più elementari a 20 mila giovani che attraversano il mediterraneo per cercare un futuro migliore”. Queste considerazioni, ha notato, ci devono far “riflettere e agire” e in questo la Toscana vuole dare un messaggio diverso, anche per “evitare che siano respinti nella strada del fondamentalismo islamico”. “La nostra è una rivoluzione laica: siamo preoccupati per le correnti islamiche estremiste. Non neghiamo il diritto degli islamici ad avere partiti politici, ma questo deve restare in un ambito democratico. Vogliamo un Paese laico”, ha detto, a questo proposito, Asmaa Aly Mohamed Zaki, una giovane egiziana che con il suo blog (‘We are all Khaled Said’) ha contribuito a lanciare la rivoluzione nel suo Paese. Il sindacalista Abid Briki, segretario dell’Unione Generale Tunisina del Lavoro, ha tenuto a sottolineare che “chiamarle rivoluzioni del gelsomino significa abbellirle” mentre in realtà andrebbero definite “rivoluzioni della dignità e per l’equità sociale di un popolo privato della libertà da 50 anni”. Per Briki la rivoluzione in Tunisia “è un prodotto della globalizzazione ed è partita su motivazioni sociali con la rivendicazione del diritto al lavoro”. Halima Jouinì, nella sua veste di insegnante ed esponente della Lega tunisina per i Diritti Umani oltre che fondatrice dell’associazione ‘donne democratiche’, ha sintetizzato il senso della rivoluzione tunisina con la parola «degagé», sulla bocca dei rivoltosi che stavano cacciando il presidente Ben Ali: “Vuol dire vattene via, basta con l’inganno e non è certo un termine elegante o politicamente corretto, ma rende bene”.