Toscana

FLOROVIVAISMO: 3.600 AZIENDE IN TOSCANA; PRESENTATA PRIMA INDAGINE REGIONALE

Più di 3.600 aziende, che operano su una superficie di oltre 7mila ettari per realizzare il 20 per cento della produzione agricola toscana. E’ questa la fotografia del settore florovivaistico, secondo quanto emerge dalla prima indagine regionale sul settore realizzata dal Servizio Statistica della Regione Toscana. I primi dati, ancora provvisori, della ricerca permettono di comprendere valenza e distribuzione di un comparto diffuso in tutta la regione, ma con una forte concentrazione nelle Province di Pistoia e Lucca. “Queste prime elaborazioni – evidenzia l’assessore regionale all’agricoltura Susanna Cenni – ci mostrano la portata di un settore che, pur riguardando solo il 3 per cento delle aziende agricole toscane e occupando una piccola porzione di terreno (l’1 per cento della superficie agricola utilizzata in Toscana) copre un quinto del valore di tutta la nostra produzione agricola. Il tutto con un forte peso economico: il solo settore vivaistico nel 2003 ha raggiunto un giro d’affari di 380 milioni di euro”. Ma qual è lo stato attuale del florovivaismo in Toscana? “E’ un settore – sottolinea l’assessore Cenni – che vive una fase di luci e di ombre. Se da una parte, infatti, assistiamo alla costante crescita del vivaismo, è invece molto delicato il momento delle aziende specializzate nella produzione di fiori”. “La Regione – prosegue Susanna Cenni – è decisa a svolgere una azione di sostegno, sia per consolidare la crescita del vivaismo, sia per invertire la tendenza negativa delle aziende floricole. Per queste ultime in particolare attiveremo a settembre un tavolo di confronto con enti locali e associazioni di categoria, mettendo insieme tutte le ipotesi di rilancio, legate a iniziative di promozione, di connessione col marchio Toscana, al rilancio delle iniziative fieristiche. Inoltre vogliamo studiare tutte le strade per un abbattimento dei costi di produzione legate alle fonti energetiche: l’utilizzo di fonti energetiche alternative per il riscaldamento delle serre, come pannelli solari, fotovoltaici o l’utilizzo di biomasse possono permetterci di realizzare questo obiettivo e di contribuire allo stesso tempo alla salvaguardia dell’ambiente”.

Ma vediamo consistenza e distribuzione delle imprese secondo quanto emerge dall’indagini condotta dalla Statistica della Regione, a cui hanno collaborato la direzione sviluppo economico della Regione e il settore agricoltura della Provincia di Pistoia con la consulenza tecnica della Camera di Commercio di Pistoia, dell’Arpat, dell’Arsia, delle altre Province toscane e dell’Istat.

Le aziende censiteNel corso dell’indagine sono state censite, per l’intera Toscana, 3.663 aziende florovivaistiche con una superficie totale investita nel settore di 7.261 ettari.Le aziende florovivaistiche toscane sono concentrate in misura maggiore in provincia di Pistoia (49% delle aziende toscane), Lucca (19,5%) e Arezzo (11,8%) con superfici rispettivamente del 60,5%, del 8,6% e del 9,8% sul totale regionale. La superficie florovivaistica media delle aziende oggetto dell’indagine è di quasi 2 ettari. Le aziende costituite mediamente da maggior superficie si trovano in provincia di Siena (3,62 ha), Grosseto (3,06 ha) e Pisa (2,85 ha), confermando la caratteristica generale delle aziende agricole nel complesso. La provincia di Lucca, pur essendo la seconda provincia più importante del settore come numero di aziende, è caratterizzata dalla dimensione media aziendale più bassa della regione (0,88 ha).Per la provincia di Pistoia, nei comuni di Pistoia, Quarrata e Pescia si trovano più del 74% delle aziende florovivaistiche. Questi sono anche i tre comuni che contribuiscono maggiormente alla superficie florovivaistica toscana; in particolare il comune di Pistoia, che da solo ne detiene il 43%. Nella provincia di Lucca il 75% delle aziende florovivaistiche sono concentrate nei comuni di Viareggio, Capannori, Massarosa e Camaiore. Ad Arezzo i comuni maggiormente interessati al settore sono Castiglion Fiorentino e Castel San Niccolò, con il 37% di aziende della provincia. In ordine di estensione della superficie del comparto florovivaistico, altri due comuni di rilevo sono Grosseto e, nella provincia di Pisa, il comune di Crespina. La specializzazione produttivaDell’intera superficie florovivaistica utilizzata in Toscana il 77% è destinato alla produzione di prodotti vivaistici (essenzialmente piante) e il 13% al settore floricolo (fiori e fronde recise). Il restante 10% riguarda la produzione di piante fiorite da appartamento e materiale di propagazione (come i semi o le piante da innesto).

Vivai. Le aziende della provincia di Pistoia sono specializzate in prodotti vivaistici (soprattutto ornamentali), che utilizzano più del 90% della superficie florovivaistica provinciale e rappresentano il 73% della superficie vivaistica dell’intera regione. In controtendenza alla spiccata vocazione vivaistica delle aziende della provincia di Pistoia, nel comune di Pescia la superficie floricola risulta maggiore di quella vivaistica. La provincia di Arezzo, con il suo 11% della superficie toscana investita in prodotti vivaistici (di tipo prevalentemente forestale), è la seconda provincia toscana del settore vivaistico; le altre province nel complesso coprono il restante 16%.

Floricoltura. Il comparto floricoltura vede la predominanza della provincia di Lucca, la cui superficie rappresenta il 43% della superficie floricola della Toscana. Seguono la provincia di Grosseto (25% del comparto floricolo toscano) e la provincia di Pistoia (23%).

Coltivazione piante da fiore e da foglia. Circa il 3% di tutta la superficie florovivaistica della regione è interessato alla coltivazione di piante da fiore e da foglia, la cui superficie investita insiste per il 32% nella provincia di Lucca.

Il materiale di propagazioneRelativamente alla produzione di materiale di propagazione (sia vivaistico sia floricolo) è da mettere in evidenza la prevalenza di superficie nella provincia di Pisa (46% dell’intera superficie regionale destinata a tale tipo di produzione), data la sua particolare specializzazione nella produzione di talee, marze, gemme per il settore viticolo (in particolare nel comune di Crespina). (cs-mo)