Toscana

FUNERALI SOLDATI MORTI IN AFGHANISTAN: MONS. PELVI (ORD. MILITARE), «COME I SEMPLICI DEL VANGELO»

Nel sacrificio di Mauro Gigli e Pier Davide De Cillis, i soldati italiani morti in Afghanistan, non si legge “l’annullamento della persona ma la forma più compiuta di realizzazione. Vivere in relazione è criterio decisivo della qualità dell’esistenza sociale, perché ricostruisce l’unità, anche con colui che uccide”. Lo ha ricordato l’arcivescovo militare per l’Italia, mons. Vincenzo Pelvi, celebrando a Roma i funerali dei due militari, davanti alle più alte cariche dello Stato e ai familiari delle vittime. Il vescovo castrense, rivolgendosi direttamente ai soldati uccisi, ne ha ricordato la loro fede: “tu Mauro hai sempre difeso la vita degli altri, anche nell’ultimo istante della tua esistenza terrena. Sempre sorridente e disponibile, credevi e ed eri entusiasta della professione militare. E tu Pier Davide sei sempre stato attivo nella comunità parrocchiale e come responsabile dei giovani di Azione Cattolica hai insegnato il valore dell’amicizia e della fraternità a tanti ragazzi e ragazze che ti avevano come modello. Tua moglie, tra l’altro, mi raccontava di come tu le avessi insegnato a pregare e che ogni sera condividevate in casa la vostra fiducia in Dio”. “Mauro e Pier Davide – ha aggiunto mons. Pelvi – come i semplici del Vangelo avete trasmesso la linfa della vita, scegliendo di servire l’uomo più debole e bisognoso, senza retorica”.In queste ore, ha proseguito l’arcivescovo militare nel suo dialogo con i due militari uccisi, “per la vostra morte, qualcuno si è chiesto se abbia ancora senso che i nostri militari restino in quelle terre lontane. Domande giustificabili ed è forte la tentazione di considerare non efficaci le missioni internazionali di sicurezza. Non possiamo ascoltare le sensibilità del momento e seguire quelle tendenze emotive che potrebbero essere originate esclusivamente da egoismo e disimpegno”. “Il servizio internazionale dei nostri militari – ha sottolineato mons. Pelvi – richiama quella collaborazione tra popoli, unica via per offrire un futuro sereno all’umanità. La comunità internazionale, e in particolare l’Europa e l’Italia, sono tenute a fare la loro parte per promuovere pace, stabilità, disarmo, sviluppo, per sostenere ovunque la causa dei diritti umani”. Perciò, ha ribadito, “è giusto intensificare le iniziative di cooperazione internazionale e partecipare alle missioni delle Nazioni Unite in aree di crisi. Ed è importante farlo con professionalità e umanità che contraddistinguono le nostre Forze Armate, alle quali l’intera Nazione esprime riconoscenza e crescente apprezzamento. Se non impariamo a pensare in termini di mondialità siamo destinati al declino”.Sir