Toscana

Famiglia, non atto privato ma una risorsa sociale

Ha fatto tappa domenica 17 febbraio in Toscana il «giro d’Italia» che la Presidenza dell’Azione Cattolica Italiana insieme alle Delegazioni regionali dell’associazione sta promuovendo allo scopo di offrire un contributo alla fase di preparazione alla prossima Settimana sociale dei cattolici italiani in programma a Torino dal 12 al 15 settembre 2013 sul tema della famiglia.

L’appuntamento dal titolo «Comunità familiare: una risorsa per l’Europa», il nono di sedici convegni pubblici organizzati in tutta Italia, si è svolto a Fiesole ed ha costituito anche l’annuale «Colloquio Progetto Cittadinanza» promosso ormai da undici anni dall’Azione cattolica toscana.

La scelta del luogo non è stata casuale: «Siamo in un angolo d’Italia particolarmente caro all’associazione – ha sottolineato Paolo Nepi, delegato regionale Ac Toscana – perché proprio a Fiesole venne ospitato il beato Giuseppe Toniolo in occasione del 14° Congresso nazionale cattolico nell’ambito del quale, il 1° settembre 1896 egli costituì la Federazione Universitaria Cattolica Italiana». «Quella di Toniolo – ha proseguito Nepi – è una figura alta di marito, padre ed educatore, protagonista civile del proprio tempo, cui guardiamo come un testimone e una guida anche oggi».

La giornata si è aperta alle 9.30 nella cattedrale di San Romolo a Fiesole con la Messa presieduta da mons. Domenico Sigalini, assistente ecclesiastico generale dell’Ac e concelebrata da mons. Mario Meini, vescovo di Fiesole, e mons. Andrea Lombardi, assistente ecclesiastico regionale dell’Ac. A dare poi il benvenuto nella Sala del Basolato del Palazzo comunale di Fiesole sono stati il Sindaco della città, Fabio Incatasciato e il Presidente dell’Azione cattolica diocesana, Stefano Manetti che hanno sottolineato come Fiesole sia uno dei più ricchi centri culturali ed artistici di tutta la Toscana e come dal suo paesaggio collinare si possa godere di un panorama unico su Firenze.

Al centro dei lavori della mattina, la relazione del prof. Giuseppe Dalla Torre, rettore dell’Università Lumsa di Roma e docente di diritto canonico, ha inteso ricostruire i caratteri fondanti l’istituto giuridico del matrimonio e quindi della famiglia a partire dalla Costituzione. Essa infatti, ha detto, è «casa comune, mura e tetto che tiene insieme tutti» e costituisce, per dirla con Maritain, quel «credo umano comune» cui tutti, credenti e non, possiamo e dobbiamo riferirci.

Nell’intervento del giurista si sono intrecciati continui riferimenti non solo alla Costituzione ma anche al dato biblico, alla ricerca dei passaggi essenziali per comprendere il rapporto coniugale e le sue caratteristiche. L’articolo 29 della Costituzione parla della famiglia come di una «società naturale fondata sul matrimonio». Cosa significa? Seguendo la lettura di Dalla Torre, si tratta di «un istituto che conosciamo per la storia e che preesiste al dato giuridico», una realtà i cui caratteri costitutivi nascono dall’esigenza di superare la condizione di difettività e di incompletezza di ciascun individuo. «Il matrimonio è il paradigma – ha affermato Dalla Torre – del completamento e del superamento dei limiti individuali che sottostanno ad ogni relazione umana». Riconoscere poi che la famiglia è «fondata sul matrimonio» significa riconoscere quest’ultimo come atto fondativo della stessa, ha detto ancora Dalla Torre insistendo su come il matrimonio non sia «un fatto solo personale dal momento che coinvolge più soggetti e crea affidamenti» e non sia «un fatto privato» ma «un istituto sociale». Proprio guardando alle molteplici funzioni sociali della famiglia, il Rettore ha ripreso quella fortunata espressione di Piero Calamandrei secondo cui «la Costituzione è una rivoluzione promessa, una rivoluzione mancata».

Il riferimento è all’articolo 31 della Costituzione («La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi con particolare riguardo alle famiglie numerose») che, alla luce dell’attuale sistema italiano, può dirsi lontano dall’essere attuato. In Italia infatti la spesa pubblica in rapporto al Pil per i nuclei con figli è la metà della media europea e il nostro sistema fiscale è tra i meno generosi (se non addirittura punitivo) nei confronti delle famiglie numerose. Alla luce di ciò, Dalla Torre ha individuato, al termine del suo intervento, alcune linee di impegno per raggiungere la piena attuazione della Costituzione in una prospettiva di sussidiarietà, tra le quali la valutazione della coerenza o meno dell’insieme delle norme dell’ordinamento italiano che disciplinano la famiglia e il superamento delle contraddizioni insite nel sistema, la creazione di luoghi di effettiva rappresentanza della famiglia affinché sia promossa, anche attraverso l’attività normativa, una visione improntata non tanto al singolo ma alla realtà comunitaria della famiglia.

Alla relazione di Dalla Torre è seguito un dibattito molto partecipato, a testimonianza dell’attualità dei temi trattati e della presenza, durante l’arco di tutta la giornata di Convegno, di un gran numero di partecipanti, giovani e adulti. A far sintesi sono state le parole del Presidente nazionale dell’AC, Franco Miano: «Questa nostra attenzione nasce dal fatto che abbiamo a cuore la famiglia perché abbiamo a cuore l’uomo, il futuro dell’Italia, il futuro della Chiesa». Il Convegno stesso è stata quindi occasione per vivere quello «stile di famiglia» proprio dell’associazione, testimoniato anche dalla presenza continua, attenta e vicina a tutti del Presidente Miano durante l’intera giornata di lavori.

Nel pomeriggio una vivace tavola rotonda ha dato voce ad alcune testimonianze di vita familiare. Grazie alle riflessioni di Valentina e Omar, sposi da 4 anni e in attesa di un figlio, impegnati nell’Azione Cattolica di Pistoia, abbiamo potuto assaporare come le diversità non siano un ostacolo ma un’inesauribile sorgente di novità e di bellezza. La loro storia, come quella di tante altre coppie, ci dice che la scelta del matrimonio non è una scelta che porta con sé garanzie e certezze ma una scelta che apre all’inedito e che quindi chiede di prendersi delle responsabilità, di mettersi in gioco continuamente. Marco Sposito, vicepresidente Ac per il Settore Giovani nazionale, sposato con Paola e padre di un bimbo di pochi mesi, ci ha invitati a rileggere la famiglia con le parole di Carretto, come «piccola Chiesa», testimoniando come la vita di famiglia sia uno spazio unico in cui sperimentare la tenerezza di Dio per ogni uomo. Nell’intervento di Marco è emerso anche come parlare di politiche per la famiglia oggi in Italia e in Europa debba significare inevitabilmente parlare di politiche per il lavoro, per l’occupazione giovanile e non solo. Solo così infatti, ha detto, «il tempo di crisi si trasforma in tempo favorevole, in opportunità».

Con Mauro e Grazia, coppia fiorentina impegnata da anni per motivi associativi e professionali intorno al tema della famiglia, abbiamo potuto riflettere su cosa significa essere genitori e sul compito educativo: dalla loro esperienza è emerso come uno dei punti critici oggi sia la fragilità dell’adulto, il senso di solitudine e di disorientamento e la difficoltà dei genitori di essere guide per i figli. La giornata, ricca di spunti, analisi e contributi ha lasciato ai partecipanti l’invito a guardare avanti e a farlo, a 50 anni dal Concilio, impegnandosi a promuovere quell’interazione autentica e viva tra Chiesa, famiglia e società nello spirito della «Gaudium et spes».

Area «Famiglia e Vita»

L’area Famiglia e vita dell’Azione Cattolica Italiana, nella cornice dell’attenzione di tutta l’associazione alla cura educativa, ha elaborato una serie di «moduli formativi» utilizzabili sia singolarmente sia all’interno di percorsi articolati con l’obiettivo di aiutare le coppie di sposi ad aver cura della loro coniugalità. Le numerose sollecitazioni offerte dal Magistero della Chiesa italiana, unite alle riflessioni scaturite nei seminari associativi sulla famiglia svoltesi in questi ultimi anni, hanno evidenziato l’urgenza di sostenere la formazione delle coppie di sposi soprattutto nei loro primi anni di vita matrimoniale, così delicati e importanti per il consolidarsi del loro legame sponsale. Ecco allora questi sussidi ciascuno dei quali mette a tema un argomento e si struttura in tre unità, variamente articolate, agili ed essenziali, sviluppabili in due-quattro incontri o in un fine settimana. Tra i vari titoli delle edizioni AVE ricordiamo: «Mantenere la rotta – Essere coppia nell’era dei legami liquidi», «Amore vero, amore fragile, amore pieno», «Universi diversi. Incontrarsi nella differenza», «Voglio una vita. Educare i desideri», «Quale equilibrio? Famiglia, lavoro e festa», «Fede e fedi – Dal battesimo al matrimonio».