Toscana

Firenze, «Italia Oggi» corregge dati su qualità della vita. Nardella: primi tra le città metropolitane

«Ci sono arrivate le scuse da chi ha sbagliato la classifica, che accettiamo volentieri, e la classifica con i dati corretti: Firenze non solo non scende ma risale di altre 4 posizioni arrivando al 33esimo posto, diventando così la prima città metropolitana in Italia per qualità della vita. Andiamo avanti. E a chi ci critica rispondiamo con l’amore per la nostra città». Lo scrive su Facebook il sindaco Dario Nardella riferendosi alla classifica 2018 sulla qualità della vita delle città italiane elaborata da «Italia Oggi» e dall’Università La Sapienza di Roma in cui Firenze perdeva 17 posizioni rispetto al 2017. «Italia Oggi- scrive Nardella- ha pubblicato una classifica sulla qualità della vita: Firenze scendeva dalla 37esima alla 54esima posizione. In tanti prendendola per veritiera ne hanno approfittato per criticarci e attaccarci. Mi dispiace per loro, ma grazie a una nostra richiesta di verifica, si è scoperto che la classifica conteneva errori madornali». Ovvero quelli sul tasso di occupazione e disoccupazione, come scrive sul quotidiano Alessandro Polli de La Sapienza.

«Con la verifica fatta dall’Università La Sapienza di Roma e con la rettifica pubblicata su Italia Oggi, che vede la qualità della vita di Firenze salire anziché scendere, ci aspettiamo le scuse dei nostri avversari politici che ci hanno aggredito e attaccato strumentalizzando cifre palesemente errate e dimostrando di non avere nessuna idea della città e di non conoscerla per niente», sottolinea a sua volta l’assessore al Bilancio Lorenzo Perra, che spiega. Da Palazzo Vecchio, prosegue l’assessore, «avevamo segnalato subito che alcuni dati erano sbagliati: fra questi la disoccupazione giovanile, che non è al 42,98% come riportato nella ricerca ma al 16,4%. Sbagliato nella ricerca era anche il tasso di occupazione, che, secondo il valore Istat, è del 69,3% e non del 62,12%». Errato anche il tasso di disoccupazione, «che è del 6,8% e non del 11,71%».