Toscana

Firenze restituisce un volto a Rossella Casini a 32 anni dalla scomparsa

A trentadue anni dalla sua scomparsa, Rossella Casini ritrova il suo volto. Della giovane studentessa fiorentina, ‘punita’ per aver spinto alla collaborazione il fidanzato calabrese, e fatta scomparire nel nulla una domenica di febbraio del 1981 a Palmi, non era rimasta neanche una foto. La madre Clara e il padre Loredano, che hanno disperatamente cercato per anni la loro unica figlia, non ci sono più.

In Borgo La Croce 2, dove la famiglia viveva, non c’è più traccia dei Casini e Rossella fa parte di quel gruppo di vittime di mafia dimenticate, senza una famiglia che le ricordi, senza una tomba su cui piangerle e, soprattutto, senza giustizia (i presunti assassini di Rossella sono stati tutti assolti). Negli ultimi mesi la storia di Rossella ha ritrovato l’attenzione che meritava grazie a un appello lanciato dalla stampa locale fiorentina e alla pubblicazione diIo parlo. Donne ribelli in terra di ‘ndrangheta (Castelvecchi, 2013), il libro della giornalista calabrese Francesca Chirico, redattrice dell’archivio multimediale Stopndrangheta.it che attraverso i suoi attivisti porta avanti un lavoro di recupero della memoria delle vittime di ‘ndrangheta.

Ma pochi giorni fa, grazie alla disponibilità dell’Ateneo fiorentino, e in particolare dell’Archivio storico dell’Università di Firenze, Rossella ha ritrovato il suo volto. L’Ateneo della sua città ha concesso infatti l’autorizzazione a pubblicare la foto del libretto universitario di Rossella Casini: Facoltà di Magistero, corso di laurea in Pedagogia (aa. 1978-79). Il suo sguardo dolce e determinato, la sua espressione di donna bambina che si apre alla vita, è stata così restituita ai fiorentini e a quanti in questi anni hanno seguito, con amarezza e speranza, la sua triste storia. Un omaggio che restituisce dignità a memoria a una ragazza coraggiosa, vittima di una violenza inaudita e inaccettabile.

Andrea Bigalli, coordinatore regionale della sezione toscana di LIBERA (Associazioni, nomi e numeri contro le mafie), è stato tra i primi ad accogliere la notizia con grande soddisfazione: “Dare volto alla memoria. Ritrovare un’immagine del volto di Rossella Casini è ricordare che gli individui si riconoscono – anche nella loro dignità personale – nei tratti somatici della faccia, elemento distintivo di ogni persona da un’altra” – ha dichiarato Bigalli – “Gli occhi che ci guardano da questa foto sono il monito a non far si che si possa sequestrare, violentare, uccidere e oltraggiare un corpo, senza conoscere la reazione della giustizia e, ancor prima e ancora di più, la reazione civile della pubblica opinione: chenon voglia dimenticare e non si stanchi mai di chiedere e di operare giustizia”. LIBERA, che da anni segue la vicenda di Rossella Casini, ha dedicato proprio a lei il presidio di Viareggio.

“Rossella Casini ha avuto la sventura di incrociare la parte peggiore e minoritaria della Calabria – afferma Francesca Chirico, che ha dedicato il suo libro proprio alla famiglia Casini – “Aver contribuito a recuperare la sua storia e il suo volto alla memoria collettiva, riconsegnando Rossella alla sua città, ha rappresentato per noi dell’archivio Stopndrangheta.itanche una doverosa forma di riparazione da parte dell’altra Calabria, quella maggioritaria, che combatte e resiste.Un riparazione impossibile, però, fino a quando alla memoria di Rossella non si unirà anche la giustizia per Rossella. Non bisogna dimenticare, infatti, che l’omicidio della giovane fiorentina è ancora senza colpevoli”.