Toscana

Fism, card. Betori: su scuole paritarie cattoliche, situazione grave e battaglia da non abbandonare

Valorizzare e sostenere la scuola paritaria cattolica che vive «una grave situazione» per la «crisi delle vocazioni», la «crisi demografica ed crisi economica che stanno creando le condizioni per una ulteriore drastica riduzione delle scuole paritarie sul territorio. È una colpa gravissima di cui si dovrà rispondere». Lo ha chiesto oggi il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, nel suo intervento al convegno della Fism regionale Toscana. «Se è infatti giusto che ogni attività educativa sia sottoposta ad un rispetto della normativa e alla verifica da parte del Ministero e degli Enti competenti non si capisce perché – ha osservato il card. Betori -, fatti salvi alcuni ‘paletti’ ed alcune prerogative, non sia possibile che ogni famiglia scelga liberamente la scuola e l’indirizzo educativo che più ritiene conforme al suo stile educativo e ai suoi principi. Questo non è un ‘clericale’ è una libertà per tutti, cattolici, laici, atei, persone di altre confessioni, che devono aver la possibilità, come previsto dalla Costituzione italiana, di educare i loro figli secondo ipropri valori». Tutto questo, «in teoria è possibile, ma solo per alcuni, ovvero per coloro che hanno le risorse finanziarie per pagare – oltre alle tasse che già pagano e che servono a coprire i costi della scuola statale – una retta di frequenza».

«Abbiamo tutti sperato, con la legge di parità del 2000 – ha affermato – che su questo enorme ritardo storico e culturale del nostro Paese si potesse iniziare a recuperare terreno, ma occorre ammettere che dopo una brillante partenza il processo si è drammaticamente arenato». I finanziamenti agli istituti paritari, ha osservato, «sono gradualmente diminuiti e questi disagi, uniti all’invecchiamento di buona parte dei religiosi e delle religiose ha causato la chiusura di tanti istituti storici».

Di questa grave situazione, ha sottolineato, «ne risentirà la libertà di educazione e la facoltà di scelta delle famiglie italiane che si troveranno a non avere alternative a una scuola unica, una scuola di Stato. In una società che ovunque e per chiunque esige libertà, questa libertà è conculcata nel silenzio delle grandi agenzie informative e del mondo della cultura, degli attori della vita politica». «È una battaglia, quella per una scuola paritaria che sia davvero tale e davvero libera – ha concluso -, e che sia quindi adeguatamente finanziata perché possa ben funzionare e possa gravare il meno possibile sulle spalle delle famiglie, che non dobbiamo abbandonare».