Toscana

Fondazioni, è scontro aperto

DI SIMONE PITOSSIOltre 150 milioni di Euro, circa 300 miliardi di vecchie lire. Si tratta del volume di finanziamenti erogati dalle undici Fondazioni bancarie toscane nel 2000 in vari campi: dall’arte alla ricerca scientifica fino alla sanità. Non è una cifra da poco. Proprio sulle Fondazioni, sulla composizione degli organi di indirizzo, sui settori di intervento si è scatanata la «bagarre». Origine di tutto ciò la «ricetta Tremonti». E lo scontro si è dimostrato trasversale. Infatti se i vertici delle Fondazioni si sono schierati in maniera compatta contro il provvedimento del governo così non è stato sul versante politico. Esponenti del centrodestra hanno difeso la posizione delle fondazioni. Mentre la voce del centrosinistra non si è fatta sentire in modo assordante.
LE EROGAZIONI NEL 2000(valori in migliaia di euro

Ente Cassa di Risparmio Firenze

39.262

Fondazione Banca del Monte Lucca

500

Fondazione Cassa di Risparmio Livorno

911

Fondazione Cassa di Risparmio Carrara

566

Fondazione Cassa di Risparmio Lucca

8.367

Fondazione Cassa di Risparmio Pisa

6.129

Fondazione Cassa di Risparmio Pistoia e Pescia

11.701

Fondazione Cassa di Risparmio Prato

588

Fondazione Cassa di Risparmio S. Miniato

2.375

Fondazione Cassa di Risparmio Volterra

744

Fondazione Monte dei Paschi Siena

80.051

TOTALE

151.197

Che cosa va a toccare il famoso articolo 11 della Legge finanziaria 2002? Innanzitutto la composizione del comitato di indirizzo, in secondo luogo i settori di intervento delle Fondazioni. La precedente «legge Ciampi» del ’98, stabiliva, una composizione paritetica tra esponenti degli enti locali ed esponenti della società civile. L’emendamento Tremonti aggiunge che la composizione dell’organo di indirizzo delle fondazioni sia secondo il principio «di una qualificata e prevalente rappresentanza degli enti diversi dallo Stato di cui all’art. 114 della Costituzione». Quindi prevalenza dei rappresentanti di regioni, province e comuni. Forte scontro, ancora non risolto, si è scatenato sulla quota di prevalenza: nel dibattito politico, da poco più del 50% siamo arrivati fino al 75%. Tutto ciò riguarda comunque solo le fondazioni di origine «istituzionale». Il Monte dei Paschi in Toscana o la Cariplo di Milano – veri colossi finanziari – rientrano in questo gruppo. Mentre per quelle di natura «associativa» rimane tutto immutato. In Toscana, la maggior parte delle Fondazioni sono di quest’ultimo tipo (la più grande è l’Ente Cassa di risparmio di Firenze).Non solo. Un altro emendamento introduce il concetto di «settori ammessi» (nel box in alto) come ambito di intervento delle fondazioni. Le fondazioni potranno, quindi, indirizzare la propria attività ed i propri investimenti in questi settori selezionando, al loro interno, i «settori rilevanti», con cadenza triennale, in numero non superiore a tre.

Giovanni Pallanti, già vice sindaco di Firenze e esperto del settore, nutre molti dubbi su questa riforma ma mette in guardia anche dalla privatizzazione selvaggia. «Oggi – commenta Pallanti – la situazione è questa: le banche sono in mano o a falsi privati che sono quelli inseriti dai politici della “prima repubblica” o da privati che hanno una rappresentanza culturale e civile uguale a zero. E allora non si può con la privatizzazione regalare le banche a chi le amministrava in nome del potere politico. D’altra parte bisogna anche evitare che le banche siano di fatto le uniche municipalizzate d’Italia. Infatti la tendenza in atto nei Comuni, discutibile per molti aspetti, è che le municipalizzate vadano privatizzate. Così, alla fine, le municipalizzate andrebbero in mano ai privati e le banche in mano ai politici. E quello che si fa uscire dalla porta rientra dalla finestra».

La riforma potrebbe poi portare ad alcuni grosse distorsioni del sistema. «Il pericolo – continua Pallanti – è che il processo di privatizzazione “non selvaggia” già avviato venga vanificato e che le Fondazioni diventino le finanziarie dei partiti. Perché se la quota di rappresentanti di enti locali nei comitati di indirizzo delle Fondazioni salisse oltre il 60-70% questo significherebbe consegnarle nelle mani dei partiti». «Nello stesso tempo, e questo vorrebbe evitare il disegno di Tremonti, – precisa Pallanti – il liberismo e la privatizzazione non devono essere selvaggi». E allora come evitare una gestione troppo «privatistica» degli interventi delle Fondazioni? «Fondamentale – risponde Pallanti – è il controllo dell’opinione pubblica sia al momento della nomina dei soci, sia sulla qualità degli investimenti delle Fondazioni».

Ma, secondo Pallanti, ci sono anche delle eccezioni. «Una di queste, tra le altre, – spiega – è l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze che nella composizione del comitato di indirizzo ha trovato un punto di equilibrio azzeccato: 50% di rappresentanti degli enti locali (comuni, province, regione), e l’altro 50% di privati con forte caratura come intellettuali, personalità insigni, esponenti di istituzioni culturali e università».

Ecco come spendono i fondiLe Fondazioni bancarie toscane sono 11 e sono diffuse un po’ in tutta la regione. Nel 2000 hanno erogato fondi per un totale di 151 milioni di euro. In testa alla classifica per le erogazioni si trova la Fondazione del Monte dei Paschi di Siena che da sola finanzia più della metà di tutte le altre messe insieme: 80 milioni di euro nel 2000 (Fonte Acri), 155 miliardi di vecchie lire. In seconda posizione si piazza l’Ente Cassa di risparmio di Firenze con oltre 39 milioni di euro, sul gradino più basso del podio infine la Fondazione della Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia con quasi 12 milioni di euro. Dove vengono impiegati tutti questi soldi? Per la maggior parte delle fondazioni nel settore «arte e cultura» (si arriva fino al 69% delle Fondazioni di Pisa e di Prato). Ma ci sono anche altre voci in testa alla classifica. Per esempio la Fondazione di Livorno destina il 31% all’assistenza sociale, quella di Pistoia e Pescia il 33,5% alla sanità, quella del Monte dei Paschi il 27,5% alla promozione e sviluppo della comunità locale. Sono di origine «associativa» le fondazioni delle Casse di risparmio di Firenze, Livorno, Lucca, Pisa, Pistoia e Pescia, Prato, S. Miniato e Volterra.

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Cosa sono e dove intervengonoFONDAZIONI. Organizzazioni senza fine di lucro, dotate di un proprio patrimonio, impegnate in molteplici settori. È un ente con un suo organo di governo che usa le proprie risorse finanziarie per scopi educativi, culturali, religiosi, sociali o altri scopi di pubblica utilità, sia sostenendo persone ed associazioni, sia organizzando e gestendo direttamente i suoi programmi. Si distinguono principalmente in:1) FONDAZIONI BANCARIE DI ORIGINE ASSOCIATIVA: fondazioni originate dalle Casse di Risparmio e costituite dall’iniziativa di privati cittadini che hanno formato il fondo di dotazione iniziale e nominato gli organi. Elemento caratterizzante è la presenza dell’assemblea.2) FONDAZIONI BANCARIE DI ORIGINE ISTITUZIONALE: in origine, nella Cassa di Risparmio a struttura di fondazione, l’iniziativa e la costituzione partivano da entità pubbliche o pie istituzioni che conferivano un fondo di dotazione e nominavano un consiglio o un comitato di amministrazione.3) FONDAZIONI ISTITUTI DI CREDITO DI DIRITTO PUBBLICO: enti che residuano dalle operazioni di scorporo dell’attività creditizia degli originari Istituti di Credito di diritto pubblico e di conferimento della stessa alle corrispondenti nuove Banche Spa. I SETTORI DI INTERVENTO. I settori «ammessi» introdotti dall’articolo 11 (Legge n.448/01) «Finanziaria 2002» sono:1) Famiglia e valori connessi; crescita e formazione giovanile; educazione, istruzione e formazione, incluso l’acquisto di prodotti editoriali per la scuola; volontariato, filantropia e beneficenza; religione e sviluppo spirituale; assistenza agli anziani; diritti civili.2) prevenzione della criminalità e sicurezza pubblica; sicurezza alimentare e agricoltura di qualità; sviluppo locale ed edilizia popolare locale; protezione dei consumatori; protezione civile; salute pubblica; medicina preventiva e riabilitativa; attività sportiva; prevenzione e recupero delle tossicodipendenze; patologie e disturbi psichici e mentali; 3) ricerca scientifica e tecnologica; protezione e qualità ambientale; 4) arte, attività e beni culturali. Le Fondazioni in rete Accri – Associazione fra le Casse di Risparmio Italiane Fondazione Ente Cassa di Risparmio di Firenze Fondazione Banca del Monte di Lucca Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra Fondazione Monte de’ Paschi di Siena