Toscana

Forteto: Cisl, il commissariamento può uccidere la Cooperativa

«L’eventuale commissariamento del Forteto non è coerente con l’attività produttiva e metterebbe in serio pericolo la sopravvivenza stessa della Cooperativa. Basta con le strumentalizzazioni politiche e i processi in piazza, lasciando alla Magistratura il compito di emettere le sentenze». A dirlo è Emilio Sbarzagli, segretario della Fai-Cisl di Firenze e Prato, in merito alla richiesta di commissariamento della Cooperativa Agricola “Il Forteto” di Vicchio di Mugello, avanzata nei giorni scorsi dagli ispettori ministeriali. “Non siamo purtroppo sorpresi da tale richiesta – dice Sbarzagli – visto il clima creato attorno alla cooperativa nell’ultimo anno e mezzo, in cui si è cercato di fare di tutta l’erba un fascio mischiando le vicende giudiziarie con l’attività produttiva. Crediamo però che questa richiesta non sia coerente con la realtà produttiva aziendale e che l’eventuale commissariamento metterebbe in serio pericolo la sopravvivenza stessa della Cooperativa per tutte le implicazioni che ne deriverebbero».

«Nel desolante panorama produttivo attuale, in cui giornalmente si devono rincorrere crisi aziendali con pesanti riduzioni di personale, la Cooperativa agricola Il Forteto, – prosegue Sbarzagli – rappresenta un’eccellenza non solo per il Mugello ma anche per la Provincia e la Regione Toscana, sia per la qualità delle produzioni (il 30% delle quali viene venduto nel nord America), sia per la solidità economica negli anni riscontrata e tradotta per i lavoratori nella corresponsione del premio legato agli obiettivi, sia per la stabilità dell’occupazione (130 dipendenti a tempo indeterminato oltre a tutto l’indotto). La Cooperativa rappresenta inoltre un fondamentale punto di riferimento per gli operatori del settore nel campo della ricerca e dell’innovazione, oltre a contribuire al mantenimento dell’allevamento ovino della Toscana, ritirando il 30% del latte di pecora prodotto».

«La Fai-Cisl ritiene che sia giunto il momento di mettere da parte le strumentalizzazioni politiche operate sulla testa dei lavoratori, e di cessare con i processi in piazza celebrati di fronte al ‘tribunale del popolo’, riportandoli all’interno dei Tribunali e lasciando alla Magistratura il compito di emettere le sentenze e punire gli eventuali colpevoli, soprattutto separando le vicende giudiziarie dalla realtà produttiva nell’interesse di chi ci lavora e di tutto il territorio».