Toscana

GIORNATA AIDS, DALLA TOSCANA 250 MILA EURO PER LA RICERCA SUL VACCINO

“La ricerca scientifica per la produzione del vaccino contro l’Aids ha bisogno di impegni diffusi e integrati. La Toscana è protagonista anche in questo difficile ma essenziale campo in difesa della salute dell’umanità”. Così l’assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi ha presentato ieri nel corso di una conferenza stampa l’attività della Regione Toscana nella lotta all’Aids, in occasione della Giornata mondiale dedicata a questa malattia. I dati mondiali spaventano: 25 milioni di malati in Sud Africa, 8 milioni nel Sud Est asiatico. Ma anche quelli italiani non confortano (54.263 contagiati dal 1982 ad oggi, 847 nuovi casi notificati nel primo semestre 2004) e tanto meno quelli toscani: 3312 casi di ammalati toscani dal 1994 al primo dicembre 2004, 75 i nuovi casi del 2004 ad oggi.

Le persone attualmente viventi e residenti in Toscana affette da Aids sono 1239. Al di là del costante impegno per la cura e l’assistenza di queste persone e soprattutto per l’educazione e la prevenzione a partire dai giovanissimi, assume ancor maggior valore, in questo momento, l’impegno della Regione Toscana per la ricerca del vaccino, un progetto sperimentale suddiviso in due fasi e finanziato per la prima fase con 250.000 euro. Diretta dal dottor Francesco Mazzotta, responsabile della struttura di Malattie Infettive dell’Asl 10 di Firenze, la ricerca denominata ‘Genomica e Proteomica dei correlati di protezione nei confronti dell’infezione da Hiv” è mirata alla realizzazione di tecnologie biogenetiche per la difesa dal virus dell’Hiv, a sviluppare cioè un sistema di controllo e difesa precoce dall’infezione. L’èquipe del dottor Mazzotta ha osservato che, in alcune coppie in cui uno dei due partner è sieropositivo, l’altro non viene contagiato, pur esponendosi al virus. Perché? Perché producono difese a livello locale (vaginale nella donna e uretrale nell’uomo). Ciò è possibile perché questi soggetti hanno un particolare patrimonio genetico che dà questo tipo di risposta. Nei topi è già stato individuato il gene che la codifica e che corrisponde a un gene umano. Si tratta ora di capire, grazie agli strumenti messi a disposizione dall’ingegneria genetica, qual è il sub-gene responsabile di questo tipo di risposta e quindi riuscire a produrre anticorpi monoclonali Hiv-specifici, da usare come preparazione topica (crema, gel o altro) con effetto microbicida, per predisporre, in un secondo tempo, protocolli clinici sperimentali di terapia genica. La ricerca, valutata favorevolmente dall’Istituto Superiore di Sanità, prevede la copartecipazione dell’Università di Milano (Cattedra di Immunologia). (cs)