Toscana

GIORNATA ANTIDIABETE, IN TOSCANA 210 MILA DIABETICI. LA META’ NON SA DI ESSERLO

Sono circa 210.000 i toscani affetti da diabete, ma la metà di loro non sa di esserlo. E’ il dato emerso nel corso della presentazione delle due giornate nazionali antidiabete, che in Toscana interesseranno diciassette piazze: sabato 22 a Pisa, Firenze, Grosseto, Massa e Cozzile, Piombino, Prato, Massa, Viareggio, Volterra, Empoli, Montepulciano e domenica 23 a Montecatini, Montevarchi, Pistoia, Sansepolcro e Cecina.

Le giornate del diabete quest’anno sono dedicate al diabete e ai reni e si propongono di diffondere tra i cittadini la cultura della prevenzione, tanto che sarà possibile farsi gratuitamente l’analisi della glicemia (il livello di zucchero nel sangue) direttamente in piazza, con una semplice puntura su un dito, e riempire un questionario che rivela quanto si è a rischio di contrarre la malattia. Si tratta di una patologia che a lungo andare danneggia occhi, reni, arterie, nervi e cuore, e le complicanze possono portare alla cecità (2% dei casi), all’insufficienza renale (nel 40% dei casi di diabete insulino dipendente), all’ictus e all’infarto. “In Toscana – dice l’assessore regionale al diritto alla salute, Enrico Rossi – sono circa 105.000 i cittadini in cura presso i servizi di diabetologia che si trovano in ogni Asl. Li abbiamo esentati dal pagamento di una serie di prestazioni ed esami che servono a tenere sotto controllo la loro malattia, ma altrettanti sono quelli che, pur essendolo, non sanno di essere diabetici”. E la malattia è in notevole espansione: si stima che ogni anno colpisca in Toscana 4.000 cittadini e 100.000 in Italia e che incida sul totale della spesa sanitaria per il 7-10%.

“Colpa – spiega l’assessore Rossi – di stili di vita e comportamenti alimentari sbagliati sui quali stiamo cercando di incidere, anche con campagne di comunicazione come quella rivolta ai bambini. Basterebbe seguire la regola delle 4 M, cioè mangiare al minimo e muoversi al massimo, per scongiurare questo pericolo”. La Toscana, regione leader per ciò che riguarda la cura del diabete, ha previsto che siano i medici di base ad inviare i pazienti a rischio presso i servizi diabetologici. Viene dichiarato diabetico ed esentato dal pagamento dei medicinali, delle strisce reattive per misurare la glicemia e di numerosi esami diagnostici, chi per due volte consecutive viene trovato con un tasso glicemico a digiuno superiore a 126 milligrammi per decilitro, oppure con un indice superiore a 200 misurato casualmente nel corso della giornata. I diabetici vengono controllati ogni 3 mesi, se insulino dipendenti, mentre se hanno un diabete di tipo 2 (tenuto sotto controllo con farmaci orali) sono verificati annualmente.

Il centro regionale di riferimento per il diabete in età evolutiva è l’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, mentre per quello degli adulti è presso l’Azienda ospedaliera pisana. Sono tre i centri toscani (su 12 in Italia) che hanno ottenuto l’accreditamento di eccellenza: si tratta di quelli di Livorno, Pescia e della Versilia, mentre quelli di Prato e di Grosseto hanno ottenuto l’accreditamento sperimentale. L’obesità (la metà degli obesi soffre di diabete) e la sedentarietà, oltre all’ereditarietà, rappresentano i maggiori fattori di rischio per una malattia i cui casi negli ultimi 18 anni sono più che quintuplicati nel mondo, passando dai 30 ai 170 milioni. (cs-tc)