Toscana

GUERRA E INFORMAZIONE, INCONTRO A FIRENZE

I 23 giornalisti uccisi nei primi quattro mesi del 2003 e soprattutto i 14 morti nella guerra in Iraq hanno fatto da tragico sfondo alle riflessioni delle due giornate fiorentine su guerra e informazione in occasione della giornata mondiale per la libertà di stampa proclamata dall’Onu. Molti degli inviati in Iraq (da Mimosa Martini a Lilli Gruber a Gabriella Simoni, da Giuseppe Bonavolontà a Lorenzo Bianchi) si sono alternati dietro ai vari tavoli: dall’auditorium del Consiglio regionale all’aula magna dell’Università. «Come la guerra cambia l’informazione. Come l’informazione cambia la guerra» è stato il tema dell’incontro organizzato da «Input» e dedicato soprattutto al confronto tra i due tipi di giornalisti che hanno seguito la guerra in Iraq: gli «embeds» (gli incorporati nelle postazioni ufficiali con i militari) e gli «unilaterals» (unilaterali), che hanno corso un enorme rischio nel tentativo di ottenere una visione obiettiva del conflitto. E adesso «che si è chiusa la guerra in Iraq non vuol dire che è si è chiusa la partita della sicurezza dei giornalisti», ha detto il presidente della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi, nell’incontro organizzato dalla Regione in collaborazione con Informazione senza frontiere e l’Associazione della stampa toscana. Ma dai dibattiti è anche emerso come molta della recente informazione dalle zone di guerra sia stata un’informazione di propaganda, manipolata o censurata dalle parti in conflitto, oltre ad una complessiva ed eccessiva spettacolarizzazione di una guerra che, al contrario, è solo sangue e polvere.