Toscana

GUINEA BISSAU, GOLPE MILITARE. ARRESTATO PRESIDENTE

La Guinea Bissau è da stamane sotto lo stretto controllo di un «Comitato militare per il ristabilimento dell’ordine costituzionale e democratico». Si tratta di una vera e propria giunta militare, alle dipendenze dello stato maggiore delle forze armate. I golpisti hanno anche annunciato di voler creare un governo di transizione e di indire al più presto libere elezioni politiche per dare un futuro al Paese. Il comitato ha assicurato che «le elezioni generali si terranno non appena la situazione generale lo consentirà».

Il capo di stato maggiore delle forze armate della Guinea Bissau, colonnello Verissimo Seabra Correia, che ha guidato stamane il colpo di stato, ha assunto la presidenza ad interim dell’ex colonia portoghese fino alle prossime elezioni generali. In un comunicato diramato alla radio privata ‘Bombolon’, i golpisti hanno fatto sapere di volere “creare un governo di transizione composto da tutte le personalità politiche nazionali”, precisando che il compito del nuovo esecutivo sarà quello “di ristabilire l’autorità dello Stato, ripulire l’amministrazione pubblica di tutte le colorazioni partitiche e creare i presupposti per le prossime elezioni generali”.

Secondo quanto dichiarato dal neo presidente ad interim, Verissimo Seabra Correia, il presidente Kumba Ialà, arrestato stamane, potrà liberamente decidere se andare all’estero o rimanere in patria.

Il golpe dei militare è avvenuto stamane a Bissau, attorno alle 08:00 ora locale, quando il comandante Zamora Induta ha annunciato alla radio lo scioglimento del governo del premier Mario Pires, informando la popolazione locale che era stato imposto il coprifuoco.

Le forze armate guineane dispiegate all’estero hanno aderito al colpo di Stato, considerato da Induta inevitabile essendo il premier destituito e il suo governo incapaci di “gestire la situazione”, avendo fatto precipitare il Paese nel caos. Sabato il presidente della Commissione elettorale nazionale (Cne) della Guinea Bissau, Higino Cardoso, aveva dichiarato che non esistono le “condizioni tecniche” per le elezioni legislative anticipate previste per il prossimo 12 ottobre. Aveva poi precisato che “il mese di novembre” appariva una scadenza “più ragionevole” per la consultazione. Cardoso aveva spiegato che la data del 12 ottobre non era praticabile perché, a trenta giorni dalle elezioni, il censimento elettorale non è ancora stato terminato, aggiungendo che “ci sono scadenze legali da rispettare”. Si trattava dell’ennesimo slittamento: il Parlamento era stato sciolto a novembre del 2002; la consultazione elettorale era stata convocata inizialmente per febbraio, poi posticipata ad aprile e infine al 6 luglio, a causa – secondo le autorità di Bissau – di carenza di fondi.

Soltanto tre giorni fa l’Unione Europea aveva sbloccato una prima tranche di 1,2 milioni di euro, su un totale di quattro, destinati a sostenere il processo elettorale nell’ex colonia portoghese, uno dei Paesi più poveri del continente, travagliato da una cruenta guerra civile tra il 1998 e il 2000. I fondi erano destinati a garantire un’equa copertura mediatica a tutti i partiti. Ma il clima ‘pesante’ denunciato nei mesi scorsi dall’opposizione durava ancora fino a ieri: il nuovo ministro della comunicazione, Isidoro Alfonso Rodriguez, nominato la scorsa settimana, aveva già fatto sapere di voler “disciplinare” i giornalisti degli organi di informazione pubblici e “correggere” alcuni politici di opposizione. Una dichiarazione d’intenti che si scontrava in modo evidente con le raccomandazioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che recentemente aveva esortato “il presidente Kumba Ialà e il suo governo ad attivarsi affinché le elezioni siano ‘credibili, giuste e trasparenti'”. (MISNA)