Toscana

Giovani. In 8.000 al Mandela Forum di Firenze per meeting sui diritti

«Non siamo nati per odiare e per considerare le differenze come un ostacolo. E non possiamo neppure permettere che gli stereotipi condizionino le nostre vite». È la vicepresidente della Toscana Monica Barni che, ricordando le parole di Mandela, introduce uno dei temi del meeting, l’odio. È dentro questo filone che sale sul palco Sayak Liam Rijkard, tra i vincitori del progetto «Dimmi» che l’archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano, con il sostegno della Regione, dedica alle storie di chi emigra. Sayak è fuggito dal Camerun ed oggi vive in Toscana. «Quando in famiglia e nel mio Paese hanno saputo che ero omosessuale- racconta- mi hanno detto che ero indemoniato. Hanno ucciso un pollo e con il sangue mi hanno cosparso il corpo per far fuggire il demonio, come se questa mia condizione fosse una colpa. Tutti siamo un pezzetto di storia e raccontare la mia per me è stata un sorta di terapia, un modo per far capire agli altri, per non restare soli. Le parole che a cui dare risalto? Tolleranza e coraggio».

Salito sul palco, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ricorda: «Dopo due guerre che hanno fatto grondare di sangue il mondo, con almeno 100 milioni di morti, si è deciso di ripartire da una dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e quei diritti si fondano sulla dignità delle persone, che va difesa con l’impegno di tutti». Dignità che vuol dire anche legalità, «ma una camicia di forza ci sta stringendo: qualcuno- attacca- che indica nell’immigrato una persona da odiare e nel diverso qualcuno da mettere ai margini.

Noi dobbiamo contrastare questa cultura con la cultura della solidarietà e della fratellanza». Il tema della mattinata, il bullismo, è stato affrontato con le parole di Ilaria Bidini, 32 anni, da anni impegnata in prima linea per i diritti dei disabili e contro il bullismo. «Fin da medie e superiori ho subito episodi di bullismo. Sono cresciuta, dopo un lungo percorso interiore e ho accresciuto la mia autostima col tempo. Secondo me il bullo è vittima di sé stesso e della società. La mia frase di riferimento? ‘Volere è potere’, se ci metti impegno puoi fare tutto ciò che vuoi».

«Oggi, come ogni anno, Firenze e la Toscana dimostrano di essere una terra di civiltà e di umanità. Non possiamo mai dimenticare che qui, per la prima volta nella storia dell’umanità, alla fine del Settecento, si è cancellata la pena di morte», commenta il sindaco Dario Nardella nel corso del Meeting. Certo, aggiunge, «è anche vero che Firenze, la Toscana come l’Italia, sono state attraversate dalla vergogna delle leggi razziali, dalle persecuzioni e dalla cancellazione dei diritti fondamentali dell’uomo».

Ricordare, prosegue il primo cittadino, «significa costruire il futuro. Per questo in città abbiamo un luogo il cui nome è legato a Nelson Mandela, a cui Firenze ha dato la cittadinanza onoraria duranti gli anni di carcere. E noi ci auguriamo che Mandela non sia solo ricordato, ma sia una presenza viva dentro scuole, università e istituzioni. Perché l’Italia è un Paese aperto, nato e cresciuto sul dialogo».