Toscana

Gip Firenze: «Strettissimo legame tra Lupi e Incalza». Ma il ministro assicura collaborazione

Tale relazione, secondo il Gip, «ha sicuramente contribuito, da ultimo, all’affermazione del potere di Ercole Incalza nei rapporti con i dirigenti delle imprese e anche con altri soggetti istituzionali» mentre Incalza «ha aiutato il ministro Lupi nello svolgimento della sua attività istituzionale e in quella politica, così come quest’ultimo è spesso intervenuto in suo favore prendendone le difese». L’ordinanza riporta una telefonata del 28 dicembre 2013 tra Lupi e Incalza in cui, in vista di una intervista che il ministro deve rilasciare al «Corriere della Sera», i due fanno un quadro sullo stato di avanzamento di varie infrastrutture in via di realizzazione.

«Inoltre il legame tra Ercole Incalza e Maurizio Lupi e in generale con il Nuovo Centro Destra – scrive il Gip – risulta evidente nel messaggio e nella telefonata che il primo ha con una tal Daniela che adopera un telefono intestato al Ministero delle Infrastrutture nel corso dei quali Ercole Incalza afferma di aver trascorso la notte a redigere il programma di governo che l’Ncd avrebbe dovuto presentare e di essere in attesa del benestare di Angelino Alfano e di Maurizio Lupi».

Inoltre «conferma del legame tra Incalza e Lupi emerge dalla telefonata intercorsa tra i due il 17 febbraio 2014. Nel corso della stessa infatti, il secondo si lamenta con il primo per essere stato da lui «abbandonato» e quest’ultimo contesta tale affermazione dicendogli di aver scritto anche il programma».

Dall’altro lato, scrive il Gip, dall’esame della telefonata del primo luglio 2014 intercorsa tra Antonio Incalza (figlio di Ercole, ndr) e Sandro Pacella «emerge che la difesa di Ercole Incalza effettuata dal ministro Lupi in sede di interrogazione parlamentare sia stata scritta dal difensore di fiducia di Ercole Incalza, avvocato Titta Madia». Pacella, al figlio di Incalza, secondo la trascrizione dell’intercettazione, dice: »… no è andata… ha letto quello che ha scritto Titta e lui…».

Da parte sua il ministro  delle infrastrutture Maurizio Lupi  ha assicurato massima collaborazione da parte del Governo e del Ministero delle Infrastrutture nell’accertamento delle responsabilità. «Siamo assolutamente convinti che in questo Paese si debbano realizzare le grandi opere che sono assolutamente necessarie e che debbano essere realizzate in tempi certi, nella maniera più trasparente e combattendo qualsiasi fenomeno di corruzione – ha proseguito Lupi -. Da questo punto di vista abbiamo sempre detto in tutti i casi e anche in questo che c’è la massima disponibilità e collaborazione da parte del mio Ministero e da parte del Governo intero per accertare e verificare».

L’ingegner Incalza, arrestato nell’ambito dell’inchiesta – ha ricordato poi Lupi – «era ed è una delle figure tecniche più autorevoli che il nostro Paese abbia sia da un punto di vista dell’esperienza tecnica nazionale che della competenza internazionale, che gli è riconosciuta in tutti i livelli. Non a caso è la persona che viene definita come il padre della legge obiettivo ed il padre della possibilità che nel nostro Paese si siano realizzate le grandi opere». Incalza, ha aggiunto Lupi, avrà l’opportunità di difendersi dalle accuse che gli sono state fatte.

«Credo che noi dobbiamo in ogni caso auspicare e sollecitare che su queste cose non ci sia nessun ombra – ha proseguito il Ministro -. È nell’interesse del Governo, dei cittadini, di chi vuole che le grandi opere si realizzino e credo sia anche nell’interesse di chi è stato indagato, in modo tale che possa togliere qualsiasi ombra o, laddove ci dovessero essere delle responsabilità, giustamente pagare per le responsabilità accertate».

Lupi ha continuato ricordando che «stiamo lavorando con l’autorità anticorruzione per fare modifiche al codice degli appalti, che stiamo intervenendo sulla figura del general contractor, che stiamo rinnovando la funzione della struttura tecnica di missione presso il ministero. Ne abbiamo parlato in questi mesi col Presidente del Consiglio, proprio perché tutti gli strumenti siano funzionali per l’obiettivo che il Governo ha, cioé recuperare quel gap drammatico di infrastrutture che il Paese ha, non solo le grandi opere, ma anche le piccole e le medie, gli interventi di manutenzione straordinaria sul dissesto indrogeologico». «Dobbiamo poter fare tutto questo dimostrando che in Italia si possono fare tutte queste cose con trasparenza, certezza dei tempi, delle risorse e qualità dell’opera che viene realizzata – ha concluso il ministro -. Approfondiremo e dialogheremo con tutti i soggetti perché anche il Governo faccia la sua parte».