Toscana

HAITI: DOTTA (CARITAS ITALIANA), 3 MILIONI DI EURO PER EMERGENZA E AVVIO RICOSTRUZIONE

(Port-au-Prince) Sui 13 milioni di euro raccolti dalla Caritas italiana per gli aiuti ai terremotati di Haiti (di cui 2 milione messi a disposizione dalla Cei e 1 milione da Caritas italiana), 1 milione è stato speso per la prima fase di emergenza e 2 milioni saranno messi a disposizione per la seconda fase che si prevista per gli inizi di maggio. Lo dice al SIR Davide Dotta, referente di Caritas italiana a Port-au-Prince, che da un mese lavora a Port-au-Prince presso Caritas Haiti. “I primi soldi sono stati utilizzati per i bisogni più urgenti: cibo, acqua potabile, tende, latrine, docce – spiega -. Gli altri 2 milioni serviranno per continuare la fase di emergenza ed iniziare la ricostruzione. In vista della stagione delle piogge e degli uragani dovremo cercare di spostare le persone in luoghi più adatti, ma non sarà facile”. A Port-au-Prince sono 400 i campi censiti, ma insediamenti spontanei con ripari di fortuna e tende sono ovunque, per strada, in mezzo ai vicoli, nei terreni privati. “E’ un disastro immane – precisa Dotta -. Dopo due mesi e mezzo di aiuti internazionali la situazione è ancora estremamente fragile, perché la devastazione è estesa e tocca il cuore della città. I problemi sono numerosissimi e richiederanno una presenza degli operatori umanitari di lungo periodo”. A breve la rete Caritas comincerà a spostare i 2000 sfollati del campo di Sainte Marie, dove dal 1° marzo, sei giorni su sette, vengono distribuiti pasti caldi per 1900 bambini delle scuole limitrofe, tutte distrutte, in collaborazione con il World food program (Wfp) e la comunità locale. “Ogni bambino ha una tessera personale – spiega Charmelus Menès, coordinatore di Caritas Haiti -. Alcuni vengono qui alle cucine, oppure portiamo noi il cibo direttamente nelle scuole”. Centinaia di bambini aspettano ordinatamente in fila fuori dal portone. Hanno tutti in mano una ciotola di alluminio, che viene riempita di zuppa calda. Una scena molto diversa dalla distribuzione in massa di riso del Wfp, gestita da Acted, nello stadio di Port-au-Prince. La fila di donne che ogni giorno attendono ore e ore sotto il sole è interminabile. Sono protette dai caschi blu della Minustah, la missione dell’Onu per la sicurezza, presente ad Haiti già prima del sisma. Sono le donne che porteranno a casa, con gran fatica, il pesante sacco di riso di 50 kg, da dividere in due famiglie. La maggior parte degli uomini rimane in strada a guardare o a bighellonare.Sir