Toscana

HAITI: RAPPORTO CARITAS ITALIANA SULLA SITUAZIONE A UN MESE DAL SISMA

Un Paese a rischio epidemie con una situazione critica per la sicurezza interna, ospedali gravemente danneggiati, aeroporto agibile ma limitato per la carenza di carburante e circolazione interna estremamente difficoltosa. È il quadro della situazione ad Haiti che emerge dal Rapporto diffuso oggi dalla Caritas italiana, ad un mese dal sisma che ha sconvolto il Paese più povero dell’America Latina. Gli sforzi internazionali, si legge nel documento, “si sono finora concentrati nella rimozione delle macerie e nella ricerca tra queste di eventuali superstiti”. Tra le costruzioni colpite, la cattedrale di Port-au-Prince è crollata ed e morto l’arcivescovo Joseph Serge Miot mentre risultano danneggiate strutture di accoglienza della Caritas. Mons. Pierre André Dumas, presidente di Caritas Haiti e vescovo di Anse-a-Veau et Miragoane, esprime gratitudine a Caritas italiana “sia per la vicinanza nella preghiera che ha subito espresso, sia per l’impegno concreto accanto alla nostra Caritas e all’intera rete internazionale”. La struttura italiana, come segno di attenzione alle fasce più colpite, ha messo a disposizione 1 milione di euro per il primo piano d’emergenza. Fin dai giorni immediatamente successivi al terremoto, “la Caritas ha portato aiuti alla popolazione, riuscendo a distribuire cibo e acqua a 200.200 persone e generi di prima necessità ad altre 22.000”. Con il coordinamento di 58 sacerdoti e responsabili di comunità attivi in 32 parrocchie, il sostegno dell’intera rete e di un team giunto appositamente a Port-au-Prince, Caritas Haiti è riuscita a distribuire in modo mirato “quanto era già nei diversi centri Caritas e a far arrivare generi di prima necessita soprattutto dalla Repubblica Dominicana, evitando cosi il congestionamento del porto e dell’aeroporto”. Inoltre “la Caritas, insieme ad altri 8 organismi cattolici, ha raccomandato ai competenti organismi internazionali in questa fase di emergenza massima attenzione e monitoraggio sul rispetto dei diritti umani, con particolare riguardo alle donne e ai bambini”. Per rispondere con urgenza nella capitale e nelle zone limitrofe ai bisogni immediati di 200.000 persone (40.000 famiglie), è stato avviato un piano bimestrale per circa 31 milioni di euro. I principali settori d’intervento, prosegue il Rapporto, sono stati quelli degli “aiuti alimentari, indumenti e coperte, medicinali e servizi sanitari di prima necessità, acqua e materiale igienico di base, sostegno psicologico”.Tra le priorità dell’impegno della Caritas ad Haiti, quella di fornire alla popolazione “alimenti, kit igienici, rifugi temporanei, attrezzatura di prima necessità per cottura di alimenti (pentole e utensili), opportunità di lavoro, acqua potabile” e “assistenza sanitaria” nei 20 campi di sfollati in cui opera l’organismo pastorale. Nella prima fase di risposta all’emergenza, “Caritas mira a portare acqua potabile presso i campi di sfollati mediante attrezzature facilmente e rapidamente replicabili e dislocabili in altri campi qualora gli sfollati si muovessero in direzione di campi più grandi”. La Caritas, inoltre, fornisce assistenza sanitaria nell’ospedale San Francesco di Sales, nel centro della capitale, dove sono state riattivate tre sale operatorie, un laboratorio e apparecchiature radiografiche ed è stata aperta una banca del sangue. Tante le storie di persone incontrate da Caritas ad Haiti: Moni Marion è uno studente universitario che, dopo aver perso la casa, si è unito alla Caritas offrendosi come traduttore durante la distribuzione degli aiuti; Guesly Delva, invece, è un dottore haitiano che lavora e vive negli Stati Uniti d’America ma è tornato sull’isola per mettere a disposizione la sua professionalità in un momento di grande bisogno.Sir