Toscana

I cattolici e il social forum

Ci siamo. Sta per iniziare la settimana del Social forum europeo. Sale la tensione. Cresce il dibattito, anche all’interno del mondo cattolico. La posizione della diocesi fiorentina è chiara: attenzione alle problematiche, ma nessuna adesione ad iniziative che non competono alla Chiesa. Condiviso questo, le associazioni spiegano le ragioni e le modalità della loro partecipazione o meno all’incontro previsto dal 6 al 10 novembre a Firenze.

Tre importanti realtà dell’associazionismo cattolico (Agesci, Azione cattolica e Focolarini attraverso le sigle Giovani per un mondo unito e Umanità nuova) hanno ad esempio sottoscritto un documento nel quale prendono le distanze da «dichiarazioni irresponsabili» e si dichiarano pronte a favorire un incontro sereno tra la città e i partecipanti al Forum. In questo senso, le tre associazioni stanno promuovendo «un confronto per individuare iniziative creative e originali di responsabilizzazione di tutti i partecipanti affinché sia evitata ogni violenza durante il periodo della manifestazione». Al tempo stesso, però, contestano «la deformazione allarmistica con la quale i mezzi di comunicazione troppo spesso, anche se con gradi diversi, rappresentano il Social Forum».

Tra chi aderisce all’iniziativa europea, gli scout sono in prima linea anche nell’organizzazione. «La povertà, la distribuzione delle risorse della terra, della responsabilità dell’uomo di fronte al creato sono temi riguardano tutti – spiega Grazia Palmerini, fiorentina, presidente nazionale dell’Agesci – : non potevamo lasciarli solo ai centri sociali o alle associazioni laiche».

Al rischio che l’impegno attivo degli scout nell’organizzazione dell’incontro europeo possa essere strumentalizzato, la presidente dell’Agesci risponde che «il rischio c’è, ma ne vale la pena in quanto è positivo l’incontrarsi con associazioni di matrice diversa e scoprire di poter trovare interessi e ideali comuni. Purtroppo qualcuno mira a confondere le carte, ma questo non toglie la necessità e l’urgenza di una riflessione sul futuro del mondo». Di diverso avviso, i responsabili dell’Mcl dichiarano che non parteciperanno in alcun modo al Social forum. «Noi non siamo no global – afferma Carlo Costalli, altro fiorentino doc, presidente nazionale dell’Mcl –, semmai potremmo definirci global con riserva, secondo le parole del Papa: la globalizzazione non è né buona, né cattiva, è un processo inarrestabile sul quale però si può intervenire per correggerlo e per indirizzarlo verso il bene comune. Ad un incontro di no global noi non ci saremo – ribadisce il presidente nazionale dell’Mcl – anche per la paura di una grande strumentalizzazione politica a senso unico. Ciò non toglie che anche l’Mcl continui ad impegnarsi sul terreno della solidarietà».

Costalli sostiene inoltre che la città di Firenze «farebbe sicuramente volontieri a meno» del Social forum. «Il Movimento cristiano lavoratori – ribadisce Costalli – a Firenze non ci sarà e invita le associazioni di comune matrice cattolica a non lasciarsi strumentalizzare da iniziative che nulla hanno di sociale, e nascondono invece una chiara volontà politica se non addirittura l’intento di colpire l’ordine pubblico». «Ma continuare ad alimentare paura, incertezza e allarmismo – ribatte il presidente nazionale delle Acli, Luigi Bobba – non fa che diffondere un clima di sospetta pericolosità su una manifestazione che, fino a prova contraria, sarà pacifica. Ugualmente chi guida il Forum sociale – prosegue Bobba – dovrebbe non solo prendere nettamente le distanze, come è già stato fatto, da gruppi violenti, ma anche mettere alla porta chi, come Casarini, evoca ad ogni piè sospinto assalti a banche e comportamenti disobbedienti che nulla hanno a che fare con la non violenza».

Secondo il presidente delle Acli, infine, dal Forum sociale «dovrebbero venire non solo messaggi contro (no alla guerra, no al razzismo e al liberismo) quasi scontati, ma proposte positive: sì ad un governo democratico della globalizzazione; sì ad istituzioni internazionali capaci di governare i conflitti e combattere il terrorismo; sì ad un’integrazione dei cittadini extracomunitari nella sicurezza e nella solidarietà».

Tra chi aderisce al Social Forum c’è anche l’Azione cattolica di Firenze. «Comprendere le motivazioni – afferma il presidente diocesano Francesco Michelazzo può essere difficile e facile al tempo stesso. Difficile se si pensa che l’Azione cattolica debba circoscrivere il suo impegno per l’evangelizzazione nell’ambito della comunità cristiana e della sua vita interna (liturgia, catechesi, carità). Facile se si ritiene invece che questo impegno debba esplicarsi anche, direi soprattutto, nelle molteplici realtà del mondo e della storia, che ora come non mai richiedono ai laici cristiani di compromettersi con “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono”».

Ne consegue, a giudizio di Michelazzo, «che un cristiano non può non sentirsi coinvolto ogni volta che sia in gioco una buona causa: come lo è, senza dubbio, riflettere sui limiti della globalizzazione quale si è sviluppata finora, sui costi terribili che fa pagare a tanta parte dell’umanità, su ciò che si può fare per correggerne gli squilibri. E buona causa rimane nonostante sia stata e possa di nuovo essere inquinata da episodi di violenza e di intolleranza. Perché in fondo, agli occhi di un credente, la condizione di ogni realtà umana è questa: un misto di bene e di male, nel quale nessuno è esonerato dalla fatica (tipicamente laicale) di fare discernimento, senza cedere alla tentazione di usare la presenza del male come alibi per un comodo disimpegno».

Social forum, il contributo dei cattolici — DI ALBERTO MIGONE

Documento dell’associazionismo fiorentino

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