Toscana

I tempi lunghi della sanità

di Ennio CicaliIncrementare la spesa sociale, ridurre le liste d’attesa, garantire un sistema di assistenza capillare sul territorio e soprattutto dare risposte, con la creazione di un apposito fondo, alla non autosufficienza, che riguarda il 20 per cento degli ultra sessantacinquenni e rischia di diventare la vera emergenza sociale della Toscana.

Sono le priorità del sistema sociosanitario toscano indicate dalla Cisl e dalla Fnp (la Federazione Pensionati della Cisl) regionali sulla base dei dati dell’Osservatorio sociosanitario della Fnp. La percentuale di popolazione anziana in Toscana, secondo i dati Cisl, è superiore al resto d’Italia (22,8% contro il 19,0% nel 2002) e cresce costantemente (era del 19,9% nel 1992, sarà del 36,3%, secondo le proiezioni, nel 2050).

La spesa sociale dai comuni invece non è cresciuta, mentre si sono ridotte altre tipologie di risposta che in passato erano utilizzate, anche impropriamente, per dare risposte agli anziani non autosufficienti. Il dato demografico e l’andamento delle politiche sociosanitarie, fanno sì che sempre più famiglie si trovino a fare i conti con anziani non autosufficienti, passati dai 140 mila del 1991 ai 158 mila del 2001 (+12,9%) e che nel 2050 potrebbero superare i 220 mila.

Queste famiglie – per la Cisl – non possono essere lasciate sole: si stima che oggi siano 39 mila gli anziani gravemente non autosufficienti e soltanto 13 mila risultano ricevere una qualche forma di copertura assistenziale. «In Toscana si vive bene – ha detto Gianni Salvadori, segretario generale della Cisl Toscana – vorremmo tentare di vivere meglio. I problemi sociali sono molti, dalle nuove povertà alle famiglie, ai giovani, ma oggi il primo problema sociale della nostra regione è quello delle non autosufficienze, in particolare per gli anziani. Su questo punto chiediamo il massimo impegno della Regione e degli enti locali».

Obiettivo dell’indagine dell’Osservatorio sociosanitario della Fnp era quello di fare il punto sulla realtà sociosanitaria e dei servizi in Toscana, attraverso un questionario distribuito ad un campione di oltre 1.300 residenti, il 68,4% dei quali di età superiore ai 60 anni. Una parte consistente del questionario, come era avvenuto nel 2001, era dedicata a conoscere il grado di soddisfazione per l’offerta di servizi sociosanitari.

In particolare: il livello di copertura territoriale dei distretti e dei presidi sanitari; la frequenza nel ricorso alle strutture sanitarie a pagamento; i tempi di attesa per accedere alle prestazioni sanitarie pubbliche; la valutazione complessiva dell’offerta sociosanitaria. L’indagine evidenzia dei punti critici tra i quali un aumento della quota di intervistati che ha fatto ricorso a strutture private a pagamento, il 67% nel 2004 rispetto al 59% del 2001.

Un altro punto critico che giustifica, anche questa volta, il ricorso a prestazioni sanitarie erogate da strutture private a pagamento, è costituito dai tempi di attesa per accedere ai servizi pubblici. Da questo punto di vista, la situazione risulta lievemente peggiorata rispetto a quanto rilevato nel 2001, nonostante l’impegno dell’Amministrazione regionale per risolvere il problema. Il 66,2% degli intervistati, infatti, dichiara che bisogna sempre aspettare per accedere alle prestazioni erogate dalle strutture pubbliche (rispetto al 63% rilevato nel 2001); il 32,2% qualche volta (rispetto al 35% del 2001) e solo l’1,0% mai (rispetto al 2,0% del 2001).Pochi soldi, meno ospedali: l’assistenza è al minimoA fronte dell’aumento della domanda di assistenza sociosanitaria quali sono le risposte? Secondo l’Osservatorio Fnp-Cisl le entrate dei comuni della Toscana sono aumentate in maniera consistente, passando dai 6.794 miliardi di vecchie lire del 1992 ai 10.218 del 2002, con un incremento del +50,4 per cento. L’aumento più consistente ha riguardato le entrate tributarie dal 1992 al 2002, con un incremento del 182,4 per cento.

Di contro, nel decennio 1992–2002, la spesa sociale è diminuita, seppure lievemente, dal 9,8% del 1992 al 9,5% del 2002. Spesa sociale comunale che ha diversi destinatari (non solo anziani, ma anche i diversamente abili, le famiglie e i minori, gli immigrati) mentre le necessità, soprattutto in alcune aree di disagio, sono in forte crescita. A

ccanto alla diminuzione della spesa sociale dei comuni, la Fnp–Cisl rileva la riduzione di strutture in passato utilizzate, anche impropriamente, per assistere gli anziani non autosufficienti. La Regione Toscana ha ridotto l’ospedalizzazione, che avrebbe dovuto essere compensata dal potenziamento dei servizi che permettono all’anziano di continuare a vivere nel suo ambiente (assistenza domiciliare, assistenza domiciliare integrata, centri diurni).

Fino ad oggi, invece, si è rilevata soltanto una progressiva ed inesorabile diminuzione degli ospedali con la chiusura dei nosocomi minori (da 93 ospedali sono scesi a 45 e l’obiettivo è raggiungere i 41). Finora però il minor numero di posti letto disponibili (da 23 mila 108, pari a 6,4 ogni mille abitanti, si è scesi nel 2003 a 16 mila 100, 4,5 ogni mille, con l’obiettivo di arrivare nel 2007 a 13.500, 3,8 ogni mille abitanti) non è stato bilanciato, secondo la Cisl Toscana, da nuovi servizi sul territorio, anche a causa dei ritardi nell’attuazione delle zone–distretto e delle Società della salute.

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