Toscana

INDIA: MONS. MACHADO (VESCOVO DI NASHIK), «CHE SI FERMI LA CATENA DI VIOLENZA»

“E’ una catena. La violenza è sempre una catena. Uno fa qualche cosa, l’altro risponde con la violenza, non si finisce mai. Come cristiano, penso alle parole di Gesù, perché si fermi questa catena”. E’ l’appello di mons. Felix Machado, vescovo di Nashik (India) e nativo proprio di Mumbai, la città stravolta ieri dagli attacchi terroristici. Machado è a Roma ed è intervenuto proprio questa mattina al Convegno Cei dei delegati diocesani per il dialogo e l’ecumenismo portando la “difficile testimonianza dei cristiani” nel suo Paese. “Ho visto la notizia ieri sera alla televisione” – dice al Sir, ed aggiunge: “Non si sa ancora quali motivi ci sono dietro a questi attacchi. Non semplifichiamo queste cose dicendo che ci sono ragioni legate alla religione. E’ una situazione estremamente complessa. A volte si danno a queste tragedie una faccia e un nome ma dobbiamo vedere in realtà cosa c’è dietro”. Mons. Machado allarga l’orizzonte e parla di “ineguaglianza, assenza di giustizia, mancanza di comprensione e soprattutto di coraggio nel dialogo”. Poi una preoccupazione: “Sappiamo che in India la situazione di vita è migliorata per tanti. Si è acquisita una certa dignità che il progresso ha portato”. “Obiettivo dei terroristi – prosegue mons. Machado – è sempre quello di mettere in ginocchio un paese”. Solo un anno fa, gli attacchi ai treni locali sui quali “viaggiano i poveri per andare al lavoro”. Attaccare Mumbai significa attaccare “una città che fornisce lavoro a tanti poveri”. Il pensiero del vescovo si rivolge quindi alla comunità internazionale. “Oggi – osserva – la violenza in una parte del mondo non è isolata. Il mondo è un villaggio per cui tutti gli sforzi che si possono fare, si facciano ovunque. Sforzi di amore, di riconciliazione e di dialogo possano aiutare il popolo dell’India. Non dobbiamo pensare che quanto è successo ieri a Mumbai, è successo lontano dalle porte della nostra vita quotidiana. Se possiamo moltiplicare gli sforzi e i segni di speranza seminando parole di comprensione e rispetto gli uni degli altri, credo si possa contribuire a fermare questa catena di violenza che sta investendo il mio Paese. Sarebbe un grave errore pensare che tutto questo non ci appartenga”. Per tanti anni sottosegretario al Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, mons. Machado lancia un appello anche ai responsabili delle religioni e dice: “La responsabilità dei credenti è più grande in questo caso. A loro spetta il compito anzitutto di dare coraggio e consolazione, dimostrare solidarietà e soprattutto affermare che la credenza in Dio non è qualcosa che porta all’isolamento, ma inevitabilmente alla collaborazione”.Sir