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INDIA, MUMBAI; INCUBO FINITO, QUASI 200 LE VITTIME

Incubo finito in India. La polizia, all’alba di oggi, ha neutralizzato l’ultimo commando di terroristi asserragliato nell’hotel Taj Mahal, il grande albergo di Mumbai rimasto per tre giorni nelle mani degli attentatori. Mentre cresce il bilancio con 195 vittime, tra questi 22 stranieri, e oltre 295 feriti, si riaccende la tensione tra India e Pakistan. Nel grande albergo Taj Mahal restano il fumo, i vetri rotti e il pavimento con le tracce di sangue: segni di una battaglia durissima durata oltre 60 ore. Un conflitto che si è concluso solo all’alba con la cattura degli ultimi quattro terroristi facenti parte di un commando di circa 20 assalitori – 15 dei quali uccisi dalle forze di sicurezza – che, secondo alcune fonti, sarebbero giunti via mare da Karachi, in Pakistan. Otto di loro si sarebbero infiltrati a Mumbai, un mese prima del raid, fingendosi studenti e compiendo una vasta missione di ricognizione per realizzare gli attentati pianificati almeno 6 mesi fa. “Gente senza rimorsi” hanno detto alcuni testimoni. Forse hanno torturato alcuni ostaggi; comunque avevano esplosivo sufficiente per far saltare in aria tutto il Taj Mahal come a voler replicare il disastro del Marriott ad Islamabad dello scorso settembre. n India divampa la polemica sul sistema di sicurezza incapace di fronteggiare attacchi simili; stamani il premier Singh ha incontrato i capi delle forze di difesa e di sicurezza del Paese per riesaminare la situazione. In questo clima si rinnova la rivalità storica tra India e Pakistan, considerato da New Delhi complice degli attacchi. Una tensione che si è concretizzata nella decisione di Islamabad di inviare un semplice rappresentante e non più il direttore dei servizi segreti per collaborare alle indagini. Cresce invece la solidarietà internazionale, il presidente eletto degli Stati Uniti Obama ha telefonato al premier indiano, al quale ha espresso il suo dolore per gli attacchi terroristici di Mumbai “che – ha detto – non riusciranno a sconfiggere la grande democrazia dell’India”. (Fonte: Radio Vaticana)