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INDIA, VESCOVI CONDANNANO LE ESPLOSIONI DI MUMBAI

La Conferenza episcopale indiana (Cbci) “condanna l’attacco compiuto con delle bombe esplose in serie che ha colpito Mumbai, ucciso diverse dozzine di persone e ferito le persone innocenti che viaggiavano sui treni locali”. “Denunciamo con forza gli attentati – dice padre Babu Joseph, portavoce della Cbci – che hanno causato così tanto danno e panico fra la popolazione”.

Dopo la condanna, i presuli si appellano a tutta la popolazione “affinché affronti con calma questo momento di ansia”. “Le esplosioni – spiega p. Joseph – sono state preparate da elementi anti-sociali. Dovremmo unire le nostre mani per sconfiggere i disegni nefasti di questo tipo di persone all’interno del nostro Paese”.

Subito dopo la notizia, il primo ministro dell’Unione Indiana Manmohan Singh ha interrotto il suo viaggio a Kolkata ed è tornato nella capitale del Maharahstra. Il ministero dell’Interno ha assicurato la massima allerta per le forze di sicurezza, incaricate di difendere le installazioni vitali della città, mentre il governo centrale ha assicurato “tutto l’aiuto necessario per affrontare la situazione”.

Almeno 163 morti e 464 feriti: è l’ultimo bilancio – non ancora definitivo – delle vittime di quello che le autorità hanno definito un “attacco terroristico ben coordinato” a Mumbai, l’ex-Bombay, la capitale finanziaria indiana e porto principale sul mare Arabico. Lo ha riferito un portavoce delle polizia, mentre il capo segretario dello stato indiano di Maharashtra, D.K. Shankaran, ha parlato di almeno 105 morti. La prima di sette esplosioni è avvenuta alle 18.09 (ora locale) nei vagoni di prima classe di un treno nella stazione del sobborgo nord-occidentale di Khar. Poi in rapida successione ordigni sono esplosi lungo la linea ferroviaria ‘Western Railway’ colpendo vagoni di prima classe a Mira Road Matunga, Jogeshwarii, Borivili e Bhayander. La settima e ultima esplosione, invece, è avvenuta nei pressi della stazione della metropolitana di Santa Cruz.

Le deflagrazioni sono state tutte causate da ordigni – resta da chiarire se azionati a distanza o innescati da apparecchi a tempo o da attentatori suicidi – e non sono ancora state rivendicate. Secondo le prime ipotesi delle autorità, si potrebbe trattare di un attacco dei separatisti del Kashmir che proprio poche ore prima avevano lanciato colpi di granata a Srinagar la capitale estiva dello Stato dello Jammu e Kashmir, uccidendo otto turisti. La natura coordinata degli attacchi e i treni in ora di punta come obiettivo ricorderebbero il ‘modus operandi’ di due gruppi estremisti islamici affiliati ad al-Qaeda che si battono per l’autonomia della regione himalayana del Kashmir da India e Pakistan: ‘Lashkar-e-Tayyaba’, o ‘Esercito dei virtuosi’ – responsabile tra l’altro dell’attentato al parlamento di New-Delhi del 2001 – e ‘Jaish-e-Mohammad’, o Esercito di Mohammed. Il primo ministro indiano, Manmohan Singh, ha subito convocato una riunione di emergenza, mentre il presidente pachistano Pervez Musharraf e il primo ministro Shaukat Aziz hanno prontamente condannato gli attacchi.

Alta l’allerta nelle piazze, nei mercati e nei luoghi di culto delle maggiori città del Paese. Fonte: Asianews e Misna