Toscana

INDONESIA, AMIGONI (CARITAS): SOCCORSI DIFFICILI, MA GIÀ PARTITI PRIMI AIUTI

Sono difficili, in queste ore, le operazioni di soccorso per salvare i superstiti dello tsunami che ha colpito due giorni fa le isole Mentawai, al largo delle coste di Padang, sull’Isola di Sumatra in Indonesia, provocando, secondo le ultime stime ufficiali, almeno 180 morti, 500 dispersi e circa 4000 sfollati. “E’ una zona molto remota, raggiungibile solo con dodici ore di viaggio in nave, con tante piccole isole. Gli aerei non ci arrivano, per questo è così difficile organizzare i soccorsi e trovare i dispersi”. Lo racconta oggi al SIR Matteo Amigoni, operatore di Caritas italiana in Indonesia, che al momento del terremoto era proprio a Padang. “Questa è la stagione delle piogge, le onde sono altissime, normalmente bisogna aspettare anche una settimana per viaggiare in nave. Ovviamente ora la situazione è più grave”. La Caritas si è subito attivata per far fronte all’emergenza: “Abbiamo già portato tende e teloni di plastica per la pioggia, acqua, vestiti e generi alimentari – dice in una intervista al Sir -. Un parroco ci ha detto che aveva bisogno di benzina per la barca. Sembra che siano arrivate anche delle navi militari inviate dal governo con gli aiuti alimentari. Stamattina è partita la prima nave con il team di esperti della Caritas, quando torneranno ci daranno informazioni dirette”. Come Caritas italiana, spiega Amigoni, “stiamo cercando di sostenere la Caritas di Padang. Ci siamo subito attivati perché siamo già presenti sul posto, ma l’operazione è tutta affidata alla Caritas di Padang, che oramai è esperta in emergenze. Purtroppo qui ne avvengono una dietro l’altra, la Caritas locale ha già molto personale che lavora per la ricostruzione del terremoto dello scorso anno, e sa come muoversi per portare i primi aiuti. Poi tra qualche settimana si comincerà a parlare di ricostruzione”. “La zona di Padang – prosegue – è a stragrande maggioranza musulmana, ma c’è una piccola Chiesa locale. Alle Mendawai ci sono tre o quattro parrocchie, ma ovviamente gli aiuti vengono portati a tutta la popolazione indistintamente. Una parrocchia ha anche un ostello per un centinaio di ragazzi, sono riusciti a mettersi tutti quanti in salvo”.Sir