Toscana

INDONESIA, RINVIATA ESECUZIONE DEI TRE CATTOLICI CONDANNATI A MORTE

L’esecuzione di Fabianus Tibo, Dominggus “Domi” da Silva e Marinus Riwu, i tre cattolici indonesiani condannati a morte per le violenze di Poso del 2000, è stata rinviata. Lo ha annunciato l’ufficio del Procuratore generale dello Stato, che ha confermato che l’esecuzione era stata fissata in segreto per oggi, 1 aprile.

Masyudi Ridwan, portavoce dell’ufficio, ha spiegato che il rinvio è dovuto alla mancanza di “documenti importanti”: la frase, per gli indonesiani, significa che la decisione è stata presa a causa di “un ordine ricevuto dall’alto”. Ridwan non ha voluto rilasciare alcun commento in merito alla nuova data fissata. Il Brigadiere generale Oegroseno, capo della polizia delle Sulawesi centrali, ha detto che l’esecuzione dovrebbe avvenire comunque “nei prossimi giorni”, ma ha rifiutato di commentare il rinvio.

M Jahja Sibe SH, capo del Procuratorato delle Sulawesi – che ha l’autorità per decidere l’esecuzione – aveva detto pochi giorni fa che era “tutto pronto per l’esecuzione” e che addirittura era stata preparata “una speciale divisa per i tre condannati”. L’esecuzione dovrebbe avvenire in un’area remota della periferia di Palu.

Hanno dunque avuto successo le forti proteste del Padma, il gruppo di avvocati che difende i tre cattolici, e della popolazione indonesiana che ha chiesto in più riprese la riapertura del processo: anche oggi è in corso una manifestazione di centinaia di persone per le strade di Jakarta. Per gli organizzatori – l’Alleanza nazionale per la libertà di Tibo e dei suoi amici – la manifestazione “sfida la decisione del governo, che deve garantire ad ogni indonesiano un processo giusto ed equo”. I manifestanti sfilano con cartelli sui quali è scritto “Liberateli”, “La loro vita è nelle mani del presidente Susilo” e “Scoprite i veri colpevoli e rilasciate gli innocenti”.

Davanti al Palazzo di Stato, Stephen Roy Rening – avvocato e coordinatore del Padma – ha affermato che l’Alleanza “è pronta a presentare il caso davanti alla Corte di giustizia internazionale se il governo non ascolta le nostre richieste”. “Qui – ha aggiunto – è una questione di umanità. Abbiamo scoperto che questo processo è stato ingiusto e chiediamo al presidente Susilo di sospendere l’esecuzione e ridare la libertà ai tre cattolici”.

Rening ha concluso invitando il procuratore a “dare il giusto peso alle deposizioni di importanti testimoni oculari che hanno in più riprese testimoniato a favore dei tre”.

E’ in programma per i prossimi giorni anche una manifestazione a Tentena, città delle Sulawesi a maggioranza cristiana, a favore di “un nuovo ed equo processo per i tre condannati”. Asianews