Toscana

INDULTO, BILANCIO ‘GARANTE DETENUTI’: IN TOSCANA ESODI COSTANTI E POPOLAZIONE DIMEZZATA

Diciannove istituti di pena in Toscana, tra carceri e case circondariali compreso l’ospedale psichiatrico giudiziario, per una popolazione detenuta attuale di 2629 unità (al 29 agosto 2006), pari ad una media, per istituto, di 213,42 unità. In fin dei conti, l’indulto ha portato fuori dalle carceri toscane 1.326 detenuti. I dati, presentati stamani dal garante per i diritti dei detenuti del Comune di Firenze Franco Corleone, parlano chiaro: l’indulto ha sostanzialmente ‘sgonfiato’ gli istituti di pena toscani che, in alcuni casi – come Sollicciano – stavano per scoppiare. Un esempio tra tutti proprio il carcere fiorentino che, con una capienza di 471 posti a luglio 2006 ‘ospitava’ 984 detenuti. Oggi ce ne sono 548. L’unica sede dalla quale nessuno è uscito è l’ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino, mentre gli esodi dagli altri istituti sono stati costanti. Ma, secondo Corleone, il processo potrebbe non fermarsi qui: c’è da mettere in conto anche le misure alternative che potrebbero, se applicate congruamente, potrebbero ulteriormente sfoltire la popolazione carceraria.

Pochissimi i ‘rientri’ in Toscana, pochi in Italia mentre molte sono le speranze di veder arrivare i finanziamenti promessi dal sottosegretario alla giustizia Luigi Manconi per l’ adeguamento – secondo ordinanza sindacale – dell’ istituto di Sollicciano per il quale “é pronto un progetto da sottoporre ala Fondazione della Cassa di risparmio di Firenze” per ottenere ulteriori fondi. Restano i problemi legati a chi resta in carcere.

Ancora Sollicciano viene preso a modello: su una popolazione carcerario di 500 unità, 300 sono stranieri e 200 italiani. Corleone pensa all’istituzione della figura del mediatore culturale, ma anche al futuro degli stranieri in carcere. “Se il futuro per loro non è reinserimento ma espulsione – dice – dobbiamo pensare che si tratta di una contraddizione da risolvere”. La legge quindi é da cambiare. Cambiare le leggi, poi cambiare il codice penale: è questa la chiave di accesso ad un nuovo sistema carcerario dopo l’indulto che, se è vero che ha “compiuto un miracolo”, è solo una misura una tantum. Dunque, chiede Corleone, vanno rivedute le leggi come quella sulle droghe e sull’ immigrazione e quella sulla recidiva, la famosa ex Cirielli. Ma l’auspicio è la riforma del codice penale, affidata alla Commissione Pisapia. (ANSA).