Toscana

INFANZIA: REGIONE-STELLA MARIS-MEYER PER BIMBI STRADA ROMENI

Si chiama «progetto di sostegno psicopedagogico e sociale ai ragazzi di strada dei centri di notte di Bucarest», l’iniziativa voluta dalla Regione Toscana, in collaborazione con l’Irccs Stella Maris di Calambrone e d’intesa con l’ospedale Meyer di Firenze, che prenderà ufficialmente il via a novembre dopo la preparazione durata circa un anno. Si tratta di un progetto suddiviso in due fasi. La prima riguarderà la messa a punto di uno stage formativo di 10 settimane per una decina di operatori rumeni che già lavorano nei «centri di notte» di Bucarest, strutture che accolgono e ospitano i bambini e adolescenti che, una volta fuggiti da casa, si rifugiano nei sotterranei della città. La seconda fase si svolgerà a Bucarest, con neuropsichiatri infantili e psicologi specialisti della Stella Maris che, con cadenza trimestrale verificheranno il progredire del progetto.

Il progetto è nato da una stimolazione avuta durante una trasmissione televisiva che affrontava proprio il problema dei bambini di Bucarest che vivono nei sotterranei della città. La Regione Toscana rispose all’appello organizzando una missione esplorativa proprio a Bucarest, prendendo contatti con il ministero dell’Infanzia, con l’ambasciata italiana, con varie organizzazioni non governative che operano nel settore e visitando istituti per minori e i «centri di notte», (attualmente tre in tutta Bucarest), dove giovani studenti e operatori danno riparo ai tantissimi homeless, andandoli a incontrare al momento che questi escono dai tombini della città per procurarsi cibo e compiere piccoli furti. Nei centri di notte si offre un letto, un pasto e un bagno dove lavarsi, ma nessuno è obbligato a rimanere. «Queste strutture hanno un nobile scopo, ma presentano lacune enormi per la cura di questi giovani senza tetto – spiega la dottoressa Patriza Masoni della Stella Maris – Gli operatori sono giovani studenti o diplomati, ma con scarsa preparazione specifica. Non esiste un progetto educativo e riabilitativo per chi viene accolto dai centri di notte». (ANSA)