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IRAN, NUOVO CONTEGGIO DEL 10% DELLE SCHEDE ELETTORALI MA RESTA ALTA LA TENSIONE

Resta alta la tensione in Iran. Il Consiglio dei Guardiani continua a definire regolare il voto del 12 giugno scorso, che ha riconfermato alla presidenza Mahmoud Ahmadinejad, ed ha deciso di istituire una commissione elettorale composta anche da rappresentanti dei candidati sconfitti. Il Consiglio dei Guardiani, l’organismo incaricato di sovrintendere alla regolarità del voto, alla fine ha deciso un nuovo conteggio del 10% delle schede votate, quindi un rapporto sulle contestate elezioni presidenziali. L’ulteriore spoglio si svolgerà alla presenza dei rappresentanti dei candidati battuti, Mir Hossein Moussavi e Mehid Karrubi e di una commissione, di cui faranno parte sei persone, e che stilerà una relazione finale. Lo scopo è comprovare che non ci sono state irregolarità decisive nello scrutinio, che, quindi, non verrà annullato. Ieri anche 50 religiosi sciiti si erano schierati a favore del riconteggio dei voti, invitando la guida spirituale sciita, Alì Khamenei, a riesaminare la posizione dei riformisti. L’ayatollah Ahmad Khatami, omonimo dell’ex presidente moderato Mohammad Khatami, vicino invece alle motivazioni dei manifestanti, ha negato ancora i brogli e ha invocato pene esemplari per i rivoltosi, fino alla condanna a morte. Ha quindi attaccato i media europei e americani accusandoli di “gettare benzina sul fuoco”. Il presidente americano, Barack Obama, dalla sua ha respinto ogni addebito, elogiando il coraggio dei popolo iraniano. “Gli Stati Uniti – ha detto il capo della Casa Bianca – hanno fatto tutto il possibile per non interferire con il processo elettorale in Iran”. Intanto, non si attenua il pugno duro nei confronti dei più stretti collaboratori dei candidati elettorali dell’opposizione. Ad alcuni di loro è stato negato il permesso ad espatriare. Inoltre, la polizia ha sequestrato documenti e computer dalla sede del Partito dei Servitori della Costruzione, la formazione moderata vicina all’ex presidente, Akbar Hashemi Rafsanjani, che alle elezioni ha sostenuto Moussavi. Vi sarebbero poi torture e gravi maltrattamenti nei confronti delle decine di persone arrestate durante le manifestazioni. (Fonte: Radio Vaticana)