Toscana

IRAQ, A NAJAF FUOCO CONTRO MAUSOLEO ALÌ, AYATOLLAH SISTANI INVOCA MOBILITAZIONE E RIENTRA IN IRAQ

Il mattino è cominciato con bombardamenti, ingenti spostamenti di carri armati e intensi scambi di fuoco a Najaf, la città santa irachena nella quale da più di due settimane sono asserragliati il predicatore sciita Moqtada al Sadr e i suoi miliziani. Secondo un giornalista dell’agenzia di stampa francese ‘Afp’, chiuso nel mausoleo dell’Imam Alì con i combattenti sciiti, questa mattina un aereo statunitense avrebbe lanciato un missile esploso a pochi metri dal tempio, dedicato al cugino e genero di Maometto, che già nei giorni scorsi aveva subito gravi danni al muro di cinta a causa di un razzo sparato da un elicottero ‘Apache’.

Nel frattempo, le forze Usa hanno fatto scattare un’operazione di accerchiamento a tenaglia del complesso sacro agli sciiti e a una parte dei sunniti, con i tiratori scelti che sparano sistematicamente su tutti gli ingressi del mausoleo e i tank che sarebbero avanzati fino a giungere a una ventina di metri dalla moschea che sorge – va ricordato – nel centro della città, vicino al grande cimitero cittadino ma anche non lontano da case e palazzi abitati da civili. Gli Usa, dunque, potrebbero aver scelto di rispettare l’ultimatum dato ieri ai miliziani e, alla sua scadenza, procedere con l’annunciato attacco finale. Quella che si sta creando a Najaf, tuttavia, è una situazione ricca di incognite e di gravi rischi per il futuro, sia in Iraq sia per gli equilibri internazionali. Da più parti, nel mondo arabo, negli ultimi giorni si sono levate voci che chiedevano a Washington di risparmiare il mausoleo e di allentare l’assedio.

Intanto è già rientrato in territorio iracheno il grande ayatollah Ali al Sistani, che questa mattina aveva annunciato l’intenzione di lasciare Londra – dove è stato ricoverato nelle ultime tre settimane (dal 6 agosto scorso) per problemi cardiaci – per rientrare a Najaf, la città santa in cui da più di due settimane è in corso un aspro e sanguinoso confronto armato tra le milizie fedeli al predicatore sciita radicale Moqtada al Sadr e le truppe statunitensi. Sistani, 73 anni, massima autorità religiosa degli sciiti, è atterrato in mattinata a Kuwait City proveniente da Londra e, alla testa di un imponente corteo di automobili, ha poi superato il confine tra Kuwait e Iraq passando per la città meridionale di Bassora, dove la lunga fila di auto e di armati è stata avvistata. Da qui Sistani è ripartito per recarsi a Najaf, la città santa a metà strada tra la capitale Baghdad e Nassiriya, nel sud del Paese arabo, dove conta di giungere entro domani mattina. Il precipitoso ritorno dell’ayatollah e la sua fretta di rientrare a Najaf, dove abitualmente vive, indicano la gravità della situazione nella città in cui un folto gruppo di miliziani è asserragliato nel mausoleo dell’Imam Alì, assediato dai tank Usa (ma fonti di stampa internazionali riferiscono che questa mattina, dopo quello riportato, altri due missili lanciati da aerei da combattimento statunitensi sono esplosi non lontani dalle mura della moschea), e nel vicino cimitero.

Sistani, prima di partire per tornare in patria, attraverso un portavoce ha chiesto a tutti gli iracheni di mobilitarsi e di marciare verso Najaf, per salvare la città santa dalla distruzione. Successivamente, sempre nel corso della mattina, anche il capo radicale sciita Sadr ha inviato un messaggio simile ai suoi concittadini e correligionari.Misna