Toscana

IRAQ, CASO SGRENA E CALIPARI: POLEMICHE E RICOSTRUZIONI ALTERNATIVE

La giornalista italiana, Giuliana Sgrena, rapita in Iraq il 4 febbraio scorso e liberata ieri è stata trasferita all’ospedale militare del Celio, a Roma, dove nel corso della mattinata ha incontrato anche la vedova dell’agente dei Servizi segreti militari italiani (Sismi) Nicola Calipari che è rimasto ucciso dal ‘fuoco amico’ aperto da una pattuglia di soldati statunitensi, nel tentativo, come lei stessa ha raccontato, di proteggerla nella sparatoria.

Proprio sulla dinamica dell’incidente, ancora tutta da chiarire, si sono accese nelle ultime ore forti polemiche. Mentre la stampa internazionale riferisce di rapporti tesi tra Roma e Washington, parlando coi giornalisti all’uscita dell’ospedale il compagno dell’inviata del quotidiano di sinistra ‘Il Manifesto’ smentisce che la sparatoria sia stata una “fatalità” – versione ufficiale dei fatti – e accusa i militari Usa di aver attaccato deliberatamente il convoglio. “Giuliana aveva delle informazioni e i militari Usa non volevano che ne uscisse viva” ha detto Scolari ai giornalisti che lo attendevano all’uscita del Celio. “Delle due l’una: o le armi sono state date in mano a ragazzini impreparati e terrorizzati oppure – ha affermato Scolari – è stato un agguato e secondo la dinamica dei fatti non è da escludere. Gli americani e gli italiani erano stati avvisati del passaggio dell’auto. Erano a 700 metri dall’aeroporto, vuol dire che avevano passato tutti i controlli”.

L’organizzazione per la salvaguardia della libertà di stampa, Reporters sans Frontieres (Rsf), ha chiesto alle Nazioni Unite di aprire un’inchiesta approfondita per far luce rapidamente sulle circostanze dell’uccisione di Nicola Calipari e del ferimento di Giuliana Sgrena da parte dei soldati americani. “E’ chiaro che l’inchiesta non può essere condotta solo dall’esercito Usa che in passato, specie nel caso degli spari contro l’Hotel Palestine che uccisero due giornalisti, ha prodotto delle relazioni tese unicamente a scagionare i militari” ha dichiarato il segretario generale dell’organizzazione. La salma dell’agente italiano morto a Baghdad rientrerà questa sera in Italia. (Misna)