Toscana

IRAQ: CHIESA ASSIRA E SIRA, IL GOVERNO PROTEGGA I CRISTIANI PERSEGUITATI

“Il Governo protegga i cristiani!”. Dopo il patriarca caldeo, Mar Emmanuel II Delly, anche Mar Dinkha IV, patriarca della Chiesa Assira dell’Est con sede a Chicago e Mor Gregotios Yohanna Ibrahim, vescovo Siro Ortodosso di Aleppo, in Siria, hanno alzato la voce per chiedere al Governo iracheno di difendere la minoranza cristiana perseguitata. A darne notizia è padre Rayan P. Atto, parroco della chiesa di Mar Qardagh, di Erbil, tramite il blog Baghdadhope. “I partiti ed i gruppi musulmani che compiono atti violenti contro i cristiani sono lontani dall’Islam e perciò chiediamo al premier iracheno, Nuri Al Maliki, ed ai membri del consiglio dei deputati di compiere i passi necessari a fermare le violenze che colpiscono tutti i figli dell’Iraq ed i cristiani in particolare” ha affermato Mar Dinkha IV che ha aggiunto “noi non tacciamo, e chiediamo alle Nazioni Unite ed alle organizzazioni per i diritti umani di far rispettare i diritti dei popoli perseguitati e di aiutarci a fermare questi atti disumani”.

Più politico il discorso di Mor Gregotios Yohanna Ibrahim, vescovo siro ortodosso di Aleppo che ha puntato l’indice “contro l’invasore” che “ha occupato il paese per portare a compimento i piani malefici che riguardano il controllo delle sue risorse energetiche e dei suoi beni”. “L’invasore non teme Dio e non conosce i valori umani e la morale ma persegue solo i propri interessi. A questo riguardo Mar Delly conosce la situazione meglio di noi, specialmente quando riferisce delle violenze commesse contro le case del Signore, le moschee e le chiese, e contro le istituzioni culturali ad esse legate. Come lui diciamo che gli atti compiuti dagli invasori sono inumani”. Per il vescovo di Aleppo la persecuzione dei cristiani, la loro emigrazione forzata, “non accettata né dall’Islam, né dal Cristianesimo”, fa pensare che “ci sia un piano preciso teso a minare l’unità nazionale irachena, il mosaico culturale, religioso ed etnico formato dai suoi cittadini. Credo sia normale che chi invade un paese voglia che i suoi figli lottino tra loro e perseguitino i più deboli così da abbattere le mura della civiltà di quel paese, poterne rubare i beni e distruggerne ogni speranza di sviluppo”. Tuttavia, conclude, “non dobbiamo avere paura perché un giorno tornerà il sole, e quel giorno sentiremo che Dio è con noi, con tutto il paese e con tutti i suoi cittadini, musulmani e cristiani”.

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