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IRAQ, CINQUE ATTENTATI A BAGHDAD IN POCHE ORE

La violenza dei terroristi non accenna a fermarsi mentre si avvicinano le elezioni che decideranno il futuro politico dell’Iraq. Il terrorismo ha colpito anche oggi la capitale facendo esplodere cinque bombe in sequenza. Il bilancio al momento è di 26 morti e decine di feriti. L’attentato più grave è avvenuto questa mattina alle 7.35 ora locale, quando un’autobomba è esplosa nei pressi del comando generale della polizia di Baghdad provocando la morte di diverse persone e lasciando sul terreno numerosi feriti. Secondo fonti locali contattate da AsiaNews, l’obbiettivo di tutti gli attentati è quello di rendere impossibile lo svolgimento delle elezioni. Tale scopo è accarezzato sia dai gruppi baathisti, legati al regime di Saddam Hussein, sia dagli integralisti islamici giunti in Iraq da Arabia Saudita, Siria, Iran.

Un altro attacco è stato lanciato nelle prime ore della mattina contro l’ambasciata australiana, un camion è esploso di fronte alla sede diplomatica uccidendo due civili e ferendone altri quattro. Alle 8.30 locali, una terza autobomba è saltata in aria nei pressi dell’entrata della base militare di Al-Mouthanna e ha provocato la morte di altre quattro persone. Il quarto attentato è avvenuto vicino la sede della Banca di Baghdad, l’esplosione ha investito diverse persone che si trovavano in fila fuori della banca. Le fonti militare americane hanno riportato la notizia di un quinto attentato che ha ucciso due guardie di sicurezza presso l’aeroporto di Baghdad.

In parallelo con le azioni terroristiche, la guerriglia continua a portare avanti la strategia dei rapimenti. Ieri in un video girato dai terroristi sono apparse otto persone di nazionalità cinese accusate di collaborare con le forze di occupazione. Nel messaggio che accompagnava il video, i sequestratori minacciavano di uccidere gli ostaggi entro 48 ore se il governo cinese non chiarirà il suo ruolo in Iraq. Per tentare di fermare questa ennesima escalation di violenza in vista del voto del 30 gennaio prossimo, il governo ad interim iracheno ha deciso di adottare misure drastiche per sigillare i confini e per impedire che altri miliziani stranieri entrino in Iraq dai paesi vicini. Dal 29 al 31 gennaio nessun veicolo sprovvisto di permesso ufficiale potrà entrare in Iraq. Secondo il Ministro degli interni iracheno, Falah Hassan al-Naqib, il regolare svolgimento delle elezioni è in pericolo se la minoranza sunnita boicotterà le elezioni come annunciato nei giorni scorsi da alcuni loro esponenti politici e religiosi. In questo caso, con una probabile vittoria delle formazioni sciite, il rischio è che il paese scivoli verso una guerra civile.Asianews