Toscana

IRAQ: FIDES, «SI AGGRAVA LA SITUAZIONE DEI CRISTIANI NEL PAESE. IN 50 MILA SONO ANDATI VIA»

“Viviamo in una situazione molto pericolosa. Non possiamo nemmeno uscire per andare alla Santa Messa. Sacerdoti e religiosi sono perseguitati dentro e fuori dalle chiese. Restiamo barricate in casa”: è il grido di aiuto raccolto e rilanciato oggi dall’agenzia internazionale FidesWaheed Gabriele Tooma, monaco caldeo, confratello dei due rapiti nel monastero di Dora e rilasciati dopo due giorni, “sogniamo pace e democrazia e vogliamo dimenticare il passato. Purtroppo però oggi, dopo un regime oppressivo durato 35 anni e 13 anni di incubo a causa dell’embargo, ancora oggi l’Iraq soffre, perché la guerra non è finita. Un intero popolo muore ogni giorno, non soltanto per mancanza di cibo e medicine: muore moralmente e culturalmente, è privato della sua identità, della libertà e del suo diritto a vivere in pace come gli altri popoli della terra. Il cammino di questo popolo è oscuro, sembra senza futuro: i bambini muoiono appena nati, senza un sorriso”.

Una situazione che costringe la gente alla fuga: “oltre 3 milioni – dice padre Tooma a Fides – sono emigrati all’estero e fra loro i cristiani. Solo negli ultimi mesi, dopo l’attentato alle Chiese cristiane, sono emigrati oltre 50.000 iracheni cristiani verso la Siria, la Giordania e la Turchia, a causa delle minacce ricevute dai fondamentalisti islamici. La loro colpa? Essere cristiani, cioè della stessa religione dei soldati occidentali”.

“Cambierà qualcosa dopo le elezioni? Si chiede il monaco. “Il popolo stenta a credere in un reale cambiamento. E poi, chiunque va a votare rischia di essere ucciso, perché non c’è la minima sicurezza. Per arrivare a elezioni democratiche e libere, prima di tutto c’è bisogno di preparare il terreno e porre fine al terrorismo. Noi cristiani nutriamo la speranza che la situazione migliori e chiediamo a Dio di portare la pace in Iraq e di aiutare tutti quelli che soffrono”. Sir