Toscana

IRAQ: ONG ITALIANE, «CONTINUEREMO IL NOSTRO LAVORO». APPELLO PER LA LIBERAZIONE DI MARGARET

“Un’incoraggiamento a continuare il lavoro in corso”. Così l’Associazione delle Ong italiane commenta la richiesta di non abbandonare l’Iraq rivolta il 20 ottobre dal Consigliere per la sicurezza nazionale iracheno, Muffawaq Al Rubaiye alle organizzazioni umanitarie presenti ancora sul territorio. “In questo ennesimo momento drammatico – ha dichiarato Sergio Marelli, presidente dell’Associazione Ong italiane – in cui le Ong vengono nuovamente colpite nel cuore della loro attività umanitaria, con il rapimento di Margaret Hassan, responsabile di Care Iraq, l’appello di Al Rubaiye ci conferma nella linea decisa anche durante il rapimento dei quattro nostri operatori quando abbiamo deciso di non andarcene”.

L’appello, sottolinea Marelli, “rappresenta un forte segnale di incoraggiamento per tutte le ong che sono sempre dove viene richiesto dalle realtà locali. Le parole di Al Rubaiye però sono anche un segnale inequivocabile per chi nel nostro Paese, in queste ultime settimane in particolare, ha tentato di infangare e screditare il lavoro delle ong, lasciando intendere esplicitamente o velatamente che noi saremmo spinti nella nostra azione a favore dei poveri da finalità diverse da quelle del puro aiuto umanitario prestato indistintamente a qualsiasi vittima della violenza e della miseria”.

La vicenda del rapimento di Margaret Hassan, aggiunge Marelli, “è per noi anche un elemento di ulteriore preoccupazione per la sicurezza dei nostri operatori iracheni” . Attualmente sono attive nove organizzazioni non governative italiane. “Ci auguriamo che come in occasione del rapimento dei quattro nostri operatori – conclude -, le istituzioni facciano tutte il possibile per la liberazione di Margaret e che la solidarietà della società civile e la ferma condanna si esprima con la stessa intensità delle scorse settimane”.Sir