Toscana

IRAQ, SCONTRI A BASSORA, IRACHENI VOGLIONO PARTECIPARE A INCHIESTA SU TORTURE

Sono ripresi questa mattina i combattimenti a Bassora, in Iraq meridionale, tra le forze britanniche incaricate di mantenere il controllo della città e uomini del leader radicale sciita Moqtada al Sadr. Gli scontri sarebbero scoppiati quando i guerriglieri dell’esercito ‘al-Mahdi’ di Sadr, pesantemente armati, hanno attaccato in due distinte occasioni pattuglie di soldati che circolavano nella città. Il portavoce del contingente britannico, maggiore Ian Clooney, ha confermato che diversi scontri fuoco sono in corso e che un militare è rimasto lievemente ferito durante le operazioni di contrasto.

Altre fonti affermano che i feriti tra i soldati sarebbero tre e almeno cinque tra gli iracheni. Il maggiore Clooney ha aggiunto che numerose mine e razzi del tipo ‘rpg’ sono stati trovati e sequestrate in un ufficio di al Sadr in una località poco distante da Bassora, al Amarah.

L’attacco di oggi era in qualche modo atteso dopo che nella preghiera del venerdì un leader religioso locale aveva incitato i fedeli a reagire alla presenza britannica nella città, la seconda per importanza dell’Iraq e il principale centro petrolifero del sud del Paese. Lo sceicco Abdul Sattar al Balhali, vicino al leader radicale sciita al Sadr, aveva ricordato ai fedeli degli abusi e torture subiti dai prigionieri iracheni nelle carceri gestite dal contingente britannico, e aveva mostrato foto di presunte violenze contro tre prigioniere irachene. Resta altissima l’indignazione per le torture inflitte da militari della coalizione a prigionieri iracheni; in un’intervista all’agenzia tedesca ‘Dpa’ Mahmud Othman, un membro del Consiglio di governo iracheno, ha reso noto che l’organismo, che rappresenta l’autorità provvisoria sull’Iraq, ha chiesto di poter partecipare all’inchiesta che l’esercito americano sta conducendo sulle denunce di torture ai prigionieri iracheni e di avere un ruolo nella gestione delle carceri.

Intanto sulle pagine del quotidiano americano Washingthon Post si leggono oggi le dichiarazioni di Sabrina D. Harman, una dei sei riservisti della polizia militare incriminata per gli abusi contro i detenuti della prigione di ‘Abu Ghraib’. La donna, una ventiseienne che prima di essere richiamata dall’esercito a febbraio del 2003 era assistente manager in una pizzeria, ha detto che il compito a lei assegnato era di piegare la resistenza dei detenuti prima degli interrogatori. L’unità di polizia militare – continua la Harman – riceveva istruzioni dagli ufficiali dell’intelligence dell’esercito, dagli uomini della Cia e dai appaltatori privati incaricati di condurre gli interrogatori. L’intervistata non ha voluto dire chi e come avrebbe ordinato i maltrattamenti dei detenuti, ma ha aggiunto che la gestione della prigione era molto caotica, non c’erano regole da seguire per fare gli interrogatori e che l’unità di cui faceva parte non aveva l’addestramento necessario per eseguire i compiti richiesti. Oggi l’emittente americana ‘Abc’ ha annunciato nuove testimonianze di presunti abusi su detenuti commessi in altri carceri oltre quello di ‘Abu Ghraib’.(Misna)