Toscana

IRAQ, VITTIME A KIRKUK PER ATTENTATO CONTRO CASERMA, A FALLUJA CIVILI UCCISI DA RAID USA

Si aggrava il bilancio dell’attentato di stamani contro il quartier generale della Guardia nazionale a Kirkuk, nel Kurdistan iracheno: fonti sanitarie locali riferiscono che i morti sono 20 (23 secondo altre fonti) e i feriti una cinquantina; la maggior parte delle vittime sono uomini che stavano aspettando di essere arruolati nelle forze di sicurezza. Una vettura imbottita di esplosivo, guidata da un kamikaze, si è lanciata contro le barriere di sicurezza della caserma, provocando una potente esplosione; nell’edificio si trovava un centro di reclutamento e di addestramento. Le strutture della polizia sono tra gli obiettivi maggiormente presi di mira dalla guerriglia irachena negli ultimi mesi.

Intanto da Falluja, la roccaforte sunnita di circa 300.000 abitanti una sessantina di chilometri a ovest di Baghdad, sono giunte le prime immagini sul bombardamento di ieri sera delle forze di occupazione guidate dagli Usa: secondo le testimonianze degli abitanti, sono state colpite una quindicina di abitazioni, provocando la morte di decine di civili che sono stati poi seppelliti in fosse comuni. Fonti militari americane avevano riferito che l’operazione mirava a colpire il covo di ‘terroristi’ legati al giordano Abu Musa Al Zarqawi, considerato l’uomo di al Qaida in Iraq. Secondo fonti mediche locali, almeno 30 civili sarebbero stati uccisi e 48 feriti, tra cui molte donne e bambini. Secondo diverse testimonianze, i raid aerei sono proseguiti anche stamani, in una città già duramente provata da ripetuti bombardamenti aerei nelle scorse settimane, che hanno provocato l’esodo di decine di migliaia di abitanti.

A Baquba, circa 60 chilometri a nord di Baghdad, almeno nove persone sono rimaste ferite per l’esplosione di un proiettile di mortaio davanti all’ufficio informazioni di un istituto tecnico. Nella capitale, che da giorni sta vivendo una spirale di violenza crescente, un ordigno è esploso in un quartiere centrale al passaggio di due veicoli; sembra che a bordo si trovassero degli americani o, comunque, degli occidentali. Tre guardie del corpo sono rimaste ferite, una in modo grave; leggermente feriti dalle schegge anche il proprietario di un negozio attiguo e un bambino che passava con la madre in una zona di botteghe e bancarelle. “È una situazione terribile, questo quartiere è sempre più pericoloso da quando passano gli americani” è la testimonianza di Miser Jabar, 36 anni, raccolta dall’agenzia italiana ‘Ansa’.

La scia di sangue si allunga di nuovo fino al nord del Paese: a Mosul, nel Kurdistan, un alto funzionario del ministero del Petrolio iracheno è scampato ad un attentato con armi automatiche e lanciagranate, nel quale hanno perso la vita cinque delle guardie del corpo che lo proteggevano. Intanto la televisione satellitare ‘al Jazira’ ha trasmesso un comunicato e un video della sedicente organizzazione ‘Tawhid wal Jihad’ (Unificazione e Guerra Santa, ma anche Fede nel Solo Dio e Sforzo), guidata dal al Zarqawi, in cui si chiede di liberare tutte le prigioniere irachene che sono nelle prigioni di Abu Ghraib (quella dove gli americani si sono macchiati di abusi contro i carcerati) e di Um Qasr, altrimenti i due ostaggi Usa e quello britannico rapiti giovedì saranno uccisi.

A Ramadi, un centinaio di chilometri a ovest di Baghdad, nel cosiddetto triangolo sunnita, è stato ritrovato oggi il corpo senza vita di al Anbar Bassem Mohammed, il vicegovernatore rapito dieci giorni fa da uomini armati, che avevano anche ferito il figlio. L’ultima settimana è stata una delle più sanguinose dall’inizio dell’occupazione Usa, con poco meno di 250 iracheni uccisi, in gran parte civili o agenti di sicurezza. (Misna)