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ISRAELE HA DECISO ESPULSIONE ARAFAT, PER ORA SOLO IN TEORIA

“Sarebbe un errore madornale”: così il presidente egiziano Hosni Mubarak, ieri in visita in Italia, ha definito la decisione assunta dal governo israeliano guidato dal premier Ariel Sharon di espellere Yasser Arafat. L’esecutivo di Tel Aviv ha deciso “in linea di principio” di mandare in esilio il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), rinviando per ora l’adozione del provvedimento. Da Ramallah – dove centinaia di persone si sono riversate alla Muqata, il quartier generale semi-distrutto dove il vecchio leader palestinese è assediato da dicembre del 2001 – Arafat ha risposto seccamente: “Nessuno mi caccerà”.

Un comunicato diffuso al termine della riunione del gabinetto per la sicurezza di Israele, cui hanno partecipato con 11 ministri, sostiene che Arafat rappresenta “un ostacolo completo a qualsiasi processo di riconciliazione tra Israele e i palestinesi”. Per questo il governo di Sharon “lavorerà per rimuovere questo ostacolo nel modo e nel momento che lo riterrà opportuno”. Già da ieri mattina unità speciali dell’esercito israeliano si sono appostate nei dintorni della Muqata, a Ramallah. Sembra escluso, tuttavia, che i soldati dello Stato ebraico possano entrare in azione. Intanto l’annuncio di Israele – contro il quale si sono già espressi Usa e Francia – ha suscitato l’immediata reazione del premier incaricato Abu Ala (Ahmed Qrea), che ha minacciato di interrompere la formazione del proprio governo. Il primo ministro ‘in pectore’ ha ammonito che con l’espulsione di Arafat “l’intera regione rischia di esplodere”. Ma le tensioni con Israele non placano lo scontro all’interno della leadership palestinese. Dopo aver annunciato l’intenzione di varare un esecutivo di emergenza con non più di 7-8 ministri, Abu Ala ha dovuto cedere alle pressioni del Comitato esecutivo dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina e del Comitato centrale di al-Fatah, il partito di Arafat. Il nuovo premier è stato costretto ad accettare la nomina di un governo ‘normale’ che dovrebbe essere sottoposto domenica prossima al voto di fiducia del Comitato legislativo palestinese (Clp, il Parlamento). Misna