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ISRAELE: SECONDO «HAARETZ» PER CORTE AJA MURO VA CONTRO LEGGI INTERNAZIONALI

Il Muro di separazione che Israele sta costruendo in Cisgiordania è contrario alle leggi internazionali, va smantellato e devono essere pagate compensazioni ai palestinesi per le proprietà loro confiscate: secondo il quotidiano israeliano Haaretz – che lo annuncia in un’esclusiva pubblicata sul suo sito internet – sarebbe questa la sentenza che la Corte internazionale di giustizia dell’Aja pronuncerà nel pomeriggio di oggi. In base ai documenti ottenuti dal giornale di Gerusalemme, la sentenza afferma che il tracciato della barriera “infrange gravemente numerosi diritti dei palestinesi residenti nei Territori occupati da Israele”; tali infrazioni “non possono essere giustificate da esigenze militari o da richieste di sicurezza nazionale o di ordine pubblico”. La costruzione del ‘Muro dell’apartheid’ – come lo chiamano i palestinesi – secondo la Corte dell’Aja “costituisce una violazione da parte di Israele delle diverse obbligazioni previste dall’applicazione del diritto umanitario internazionale e dagli strumenti (per il rispetto) dei diritti umani”.

Haaretz scrive che il verdetto è stato sottoscritto da 14 giudici, con il solo voto contrario dell’americano Thomas Buerghental. Nella decisione della Corte dell’Aja – sempre secondo il documento pubblicato dal giornale israeliano – il governo di Ariel Sharon viene invitato anche a rispettare “la libertà di accesso ai Luoghi Sacri che sono sotto il suo controllo”. In attesa della lettura della sentenza, prevista nel pomeriggio di oggi, il portavoce del governo di Tel Aviv, Avi Pazner, ha detto in un’intervista alla radio francese ‘RF1′ che Israele è pronto a discutere della linea di separazione dopo il previsto ritiro da Gaza. Pazner ha ribadito l’opinione del governo di Sharon sulla Corte internazionale dell’Aja: “Non ha alcuna giurisdizione” sulla decisione che si appresta a prendere; il verdetto non è vincolante e ha soltanto valore consultivo.

La Corte internazionale di giustizia era stata investita della questione del Muro dall’Assemblea generale dell’Onu l’8 dicembre 2003; con 90 voti a favore, 8 contrari e 74 astenuti (tra essi tutti gli Stati occidentali) aveva richiesto un parere consultivo sulle conseguenze giuridiche derivanti dalla costruzione da parte di Israele della barriera. Pochi giorni prima, un rapporto del Segretario generale del Palazzo di vetro, Kofi Annan, affermava che Israele non aveva osservato una precedente risoluzione dell’Assemblea Generale, adottata il 21 ottobre 2003 con 144 voti a favore, 4 contrari (Usa, Israele, Micronesia e Isole Marshall) e 12 astensioni. In quel documento, l’Assemblea generale chiedeva di “porre termine alla costruzione del muro nei territori occupati palestinesi, in quanto essa si discosta dalla linea di confine dell’armistizio del 1949 ed è contraria al diritto internazionale”. Misna

Il sito del quotidiano Haaretz (in inglese)