Toscana

Il Codice Rosa compie dieci anni. Saccardi: «Un percorso speciale per chi subisce violenza»

«Il Codice Rosa è ora un’esperienza radicata e consolidata in tutti i pronto soccorso della Regione, e sistematizzata nella Rete regionale Codice Rosa. Nato come servizio sanitario, è diventato sempre di più un percorso di tipo sociosanitario. Affinchè una donna, una volta uscita dal pronto soccorso, non venga abbandonata, abbiamo infatti voluto una forte integrazione tra politiche sanitarie e sociali, per assistere anche sul piano psicologico e sociale le persone vittime di violenza». E’ quanto ha dichiarato stamani l’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi, intervenendo a Grosseto, nell’auditorium dell’ospedale Misericordia, alla giornata per il decennale del Codice Rosa, nato appunto nell’allora Asl 9 di Grosseto nel gennaio 2010.

L’assessore, nel sottolineare come questo sia un percorso speciale riservato a donne vittime di violenza, ha poi espresso tutto il suo ringraziamento nei confronti «della dottoressa Doretti, che con passione e determinazione ha creato e portato avanti questa esperienza, a tutta la sua squadra, e a tutti quegli operatori che nei pronto soccorso, nei Centri antiviolenza, nelle Forze dell’ordine, nelle Procure, lavorano per il buon funzionamento del Codice Rosa». 

A margine del convegno, dal titolo «A dieci anni dal primo Codice Rosa. Grosseto protagonista di una sfida»Saccardi ha infine commentato l’assegnazione, questa mattina a Roma, a 22 ospedali toscani, dei  «bollini rosa», attribuiti dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna, che anche quest’anno ha stilato per il biennio 2020-2021 la classifica degli ospedali che offrono le prestazioni e i servizi migliori: dalle strutture maggiormente qualificate nella prevenzione, diagnosi e cura di patologie femminili specifiche, a reparti di ginecologia e ostetricia all’avanguardia, fino agli ospedali con percorsi dedicati alla depressione di genere. 

«Sono davvero contenta – ha detto la Saccardi – per questo riconoscimento. Tra l’altro, il numero degli ospedali toscani che hanno ricevuto il “bollino rosa” è costantemente cresciuto negli anni: erano 10 nel 2011, ora sono saliti a 22. Le donne costituiscono la maggioranza dell’utenza dei servizi sanitari, ma non sempre gli ospedali offrono un trattamento adeguato alle loro esigenze e necessità». «In questo senso, la Toscana – ha concluso – ha sempre dimostrato di essere una regione molto attenta alle problematiche femminili anche sul versante sanitario».

Al decennale erano presenti fra gli altri, Monica Calamai, che ha rivolto il saluto di benvenuto in qualità di direttore di presidio, il dg della Asl Toscana sud est Antonio D’Urso, che ha aperto i lavori, Vittoria Doretti, ideatrice del Codice Rosa e attuale responsabile della Rete regionale Codice Rosa, operatori del Codice Rosa, giornalisti. 

La mattinata è proseguita con alcune testimonianze, tra cui il Console del Brasile Afonso Carbonar, Linda Laura Sabbatini di Istat e la senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione di inchiesta sul femminicidio e violenza di genere del Senato, per concludersi con la posa della panchina rossa, donata dal Soroptimist di Grosseto, inaugurata oltre che dall’autrice, Nora Camarri, anche dalla presidente del Tribunale di Grosseto, Laura Di Girolamo e dalla madre di Giulia Ferrari, vittima di femminicidio.