Toscana

Il prezzo del lavoro a tutti i costi: la Cisl di Pisa a congresso a Tirrenia

In fila indiana per un posto di lavoro. Solo nel mese di gennaio gli sportelli dei centri per l’impiego di Pisa, Pontedera, Santa Croce sull’Arno e Volterra hanno accolto 10.772 persone, disoccupate o inoccupate. A fine anno 2012 gli iscritti alle liste di collocamento in provincia di Pisa erano stati 53688, 9488 in più rispetto all’anno precedente. È sufficiente questa immagine per farsi un’idea della «fame» di lavoro dei pisani.

Un’immagine ben presente ai sindacalisti Cisl. Il sindacato conta in provincia di Pisa oltre venticinquemila iscritti, tra lavoratori attivi e pensionati. In questi giorni – dal pomeriggio di giovedì 7 al pomeriggio di venerdì 8 marzo – Cisl celebra all’hotel Golf a Tirrenia il congresso elettivo, il diciassettesimo della sua storia: oltre 160 delegati saranno chiamati ad eleggere il nuovo consiglio generale, da cui dovranno scaturire il nuovo segretario generale provinciale e la nuova segreteria Ust.Ai lavori parteciperà anche il segretario nazionale confederale Fulvio Giacomassi.AMMORTIZZATORI SOCIALI – Il calo di fatturato mette in affanno anche molte aziende pisane. Solo nel mese di gennaio 2013 l’Inps ha autorizzato il pagamento di oltre mezzo milione di ore di cassa integrazione. Molti operai ed impiegati della provincia di Pisa, lo scorso anno, hanno usufruito degli ammortizzatori sociali. Ben 4070 assunti in aziende medie e piccole, ad esempio, hanno usufruito – per un periodo più o meno lungo – della cassa in deroga.

UN LAVORO A TUTTI I COSTI – Commenta il segretario provinciale Gianluca Federici: «nonostante la crisi, il mercato del lavoro non è fermo, anzi. Nello scorso anno, grazie ai Centri per l’impiego, sono stati firmati 45997 contratti. Si tratta, in diversi casi, di lavori “somministrati” da agenzie interinali o richiesti direttamente da aziende. Lavori di uno o più giorni, di qualche mese, ma anche prestazioni a tempo indeterminato».

Il sindacalista vede nella crisi economica diversi pericoli. «Uno tra tanti: la gente oggi si ritiene fortunata ad avere un lavoro. E chiude un occhio se l’azienda gioca sui suoi diritti, magari conquistati (a fatica) in passato dai suoi colleghi. Ogni giorno mi vengono riferite storie di lavoro nero, di aziende che risparmiano sugli strumenti di protezione che dovrebbero dare ai loro dipendenti, di buste paga e tfr non pagati, di mansioni non corrispondenti al livello contrattuale, di regole di fatto imposte senza alcun tipo di accordo e di contrattazione. I nostri uffici legali, negli ultimi mesi, registrano un incremento di utenti. Molti, intimoriti dalla possibile reazione del loro datore di lavoro, finiscono però con il rinunciare ad aprire una vertenza».